Omicidio Gaia e Camilla: Genovese fa ricorso al Riesame

Pietro Genovese è agli arresti domiciliari dal 26 dicembre scorso. I suoi avvocati, Franco Coppi e Gianluca Tognazzi, hanno chiesto al Tribunale del Riesame la revoca della misura cautelare.

Gli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi hanno presentato l’istanza al Tribunale del Riesame per chiedere l’attenuazione o la revoca della misura cautelare per Pietro Genovese. Cambio di strategia, quindi, per gli avvocati del ragazzo che, in precedenza, non avevano richiesto al gip nessuna revoca.

Il ragazzo è accusato di omicidio stradale plurimo per aver investito e ucciso con il suo suv, nella notte fra il 21 e il 22 dicembre scorso, due ragazze di 16 anni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. L’incidente è avvenuto in Corso Francia a Roma. L’udienza verrà fissata nei prossimi giorni.

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Genovese è agli arresti domiciliari dal 26 dicembre scorso e il 2 gennaio scorso si è presentato davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia dove ha fornito la sua versione dei fatti. Il giovane ha ribadito di essere partito con il verde e di non aver visto le due studentesse che attraversavano la strada. Il ragazzo ha anche ribadito di non aver superato i limiti di velocità consentiti, ovvero 50 chilometri orari.

È distrutto, devastato dal dolore e confidiamo che anche il suo stato d’animo meriti un minimo di rispetto così come i dolori delle famiglie delle due vittime”, aveva affermato Coppi subito dopo la fine dell’interrogatorio di Genovese.

Nel frattempo, per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente, in particolare la velocità su cui viaggiava il Suv, il punto preciso dell’impatto e il funzionamento del semaforo per i pedoni, la Procura di Roma ha disposto una maxi consulenza tecnica. Il ragazzo, figlio del regista Paolo Genovese, è stato trovato con un tasso alcolemico tre volte superiore da quello consentito dalla legge, ed è risultato negativo ad alle sostanze stupefacenti.

Dai risultati dell’autopsia sul corpo delle ragazze, risulta che le due siano morte sul colpo per lo sfondamento della scatola cranica, causato dall’impatto con il Suv. Per omaggiare la memoria delle due ragazze, proprio su Corso Francia, è apparso un murales che vede le due amiche mano nella mano e un grande cuore rosso.

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