Foto Conferenza Berlino, Conte cerca posto in prima fila ma finisce nelle retrovie

Nella foto di gruppo della Conferenza di Berlino, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte prova ad affiancare la Merkel in prima fila. Dopo alcuni secondi, però, è costretto ad arrendersi: finisce nelle retrovie al momento dello scatto. 

intervista a conte

Una “foto di gruppo” indigesta per il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, presente alla conferenza di Berlino. Il premier, infatti, al momento della classica foto che ritrae i capi di stato europei, si è dovuto accontentare di un ruolo di secondo piano al momento dello scatto. Eppure, come testimoniano le immagini divenute virali sul web, aveva cercato in tutti i modi la prima fila. Conte, dopo i saluti, aveva cercato il suo nome, affiancando la Merkel a pochi centimetri da Putin. Ma non c’è stato nulla da fare. Per il premier italiano soltanto un posto nelle retrovie, spostato sulla destra, in seconda fila, parzialmente coperto.

Sui social sono fioccate le ironie. “Conte cerca insistentemente il proprio nome in prima fila, ma alla fine deve arrendersi ad arretrare in seconda: questo è lo specchio di ciò che realmente conta l’Italia nella crisi internazionale sulla Libia”. Il messaggio ironico circola a più riprese nelle ultime ore. E ancora: “Il premier Conte ha detto a Berlino che siamo disponibili ad essere in prima fila per garantire la pace? Ma se non ci riesce neanche in una foto, figuriamoci quale peso possano avere le sue parole”. Fa discutere, al contempo, la mancata assegnazione del posto al presidente del Consiglio italiano, anche a vantaggio del premier turco Erdogan.

Le parole del premier Conte alla Conferenza di Berlino

Al termine della Conferenza di Berlino, Conte si era detto soddisfatto per i risultati raggiunti e per un accordo globale sulla Libia. “L’Italia è soddisfatta – ha spiegato – per i passi avanti significativi fatti alla Conferenza di Berlino sulla Libia. Confermo che saremo in prima linea se la comunità internazionale deciderà di lanciare una missione di interposizione sotto l’egida dell’Onu per monitorare il cessate il fuoco tra le parti. Ci possiamo ritenere dunque soddisfatti di un accordo in cui ci sono 55 punti condivisi, che includono il cessate il fuoco, l’embargo sull’arrivo di nuove armi ed un percorso politico-istituzionale ben definito”.

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“Positivo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – anche il via libera alla composizione del gruppo “5+5″, formato da cinque rappresentanti del Governo di accordo nazionale libico e da cinque membri dell’autoproclamato Esercito nazionale libico. Salutiamo con favore l’impegno di tutti gli stakeholders, comunità internazionale compresa, ad evitare ingerenze in Libia”. Un quadro che il premier asseconda, considerati anche i confronti proficui avvenuti all’interno della maggioranza. “Ne abbiamo parlato, ci abbiamo riflettuto anche all’interno del governo e siamo assolutamente disponibili a essere in prima fila anche nella direzione di una missione di monitoraggio della pace”. Il via libera alla missione, tuttavia, non è dietro l’angolo. Servirà il via libera del Consiglio di Sicurezza per sbloccare l’operazione.

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