I film con mostri marini che hanno influenzato il nuovo Underwater

Underwater, il nuovo horror con Kristen Stewart, è un film che si svolge interamente sott’acqua: una squadra di operai rimasta bloccata sul fondo dell’oceano deve vedersela con una creatura misteriosa e cercare di sopravvivere. Una situazione già vista altre volte al cinema.

Esiste una lunga tradizione di “monster movie” in cui il mostro proviene da sott’acqua. Non solo Godzilla (che a tutti gli effetti è un mostro marino preistorico, risvegliato e potenziato dall’esposizione alle radiazioni nucleari), ma anche squali, coccodrilli e piovre di dimensioni più o meno ragguardevoli. Non c’è dubbio che James Cameron, con The Abyss, sia stato uno dei primi registi a reinventare questo sottogenere, rimuovendo lo stigma del cinema di serie B e rendendolo interessante per il grande pubblico. Ma proprio quel suo tentativo del 1989 diede il via ad una serie di emulazioni meno famose.

The Abyss

James Cameron nel 1989 rivoluzionò il modo di concepire ed utilizzare gli effetti speciali al cinema, adottando tecnologie all’avanguardia, dopo un lunghissimo periodo di gestazione molto travagliato (e con un costo complessivo, mai davvero confermato, di 70 milioni di dollari). Si fece un gran parlare del film, tanto che nel 1989 molti cineasti decisero di cimentarsi con la loro versione di “monster movie” a base di creatura acquatica. Il film di James Cameron, paradossalmente, non ebbe il successo sperato al botteghino, mentre alcuni di questi film nati come emulazione della sua impresa cinematografica, incassarono persino di più (spendendo molto meno) del film al quale si ispiravano. 

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Leviathan

Uno di quei film che nel 1989 uscirono sulla scia di James Cameron fu Leviathan, diretto da George Pan Cosmatos (lo stesso di Cobra e Rambo II) e con un cast di tutto rispetto formato da Peter Weller, Ernie Hudson, Hector Elizondo, Richard Crenna, Daniel Stern e Amanda Pays. Ovviamente, anche loro, come in The Abyss (e come nel recente Underwater) interpretano i membri dell’equipaggio di un mezzo spaziale sottomarino, le cui vite sono minacciate principalmente da due cose: creature giganti e apparecchiature non funzionanti. Gli effetti speciali dal vero realizzati per il film riescono a stupire ancora oggi, a distanza di oltre trent’anni.

The Host

Bong Joon-ho è il regista del momento. Con il suo bellissimo Parasite è riuscito a portare il cinema coreano direttamente ad Hollywood, ottenendo riconoscimenti che solo fino a qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato potessero andare ad un film proveniente da quelle latitudini. Se c’è un tema che unisce gran parte della filmografia di Joon-ho è quello dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente. Se la sua favola animalista Okja non ha convinto tutti, è davvero difficile rimanere impassibili davanti allo scenario funesto rappresentato in Snowpiercer, dove gli ultimi sopravvissuti al disastro climatico sono costretti a vivere in un treno, ammassati e rinchiusi in vecchi e luridi vagoni. Anche Bong Joon-ho nel 2006 realizzò il suo “monster movie” con creatura acquatica (ovviamente con morale ecologista). Come in Parasite, anche The Host è in grado di passare da un registro cinematografico all’altro con una velocità spiazzante, alternando commedia, tragedia, azione e analisi politica (come in Shin Godzilla di Hideaki Anno si accusa l’ottusità dei potenti).

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