Coronavirus, caso sospetto a Treviso. Un minorenne tornato dalla Cina

Continua la caccia ai fantasmi del coronavirus, nuovo caso segnalato in Italia. Oggetto degli accertamenti questa volta è un ragazzo del trevigiano, che avrebbe accusato sintomi influenzali sospetti.

E’ tornato da pochi giorni la Cina il ragazzino minorenne che avrebbe contratto il virus. Il ministro Speranza ha relazionato ieri alla Camera in merito allo stato dei fatti, ma l’ultima conferenza stampa dell’Oms non tranquillizza nessuno. L’Organizzazione Mondiae della Sanità ha infatti sottolienato come l’epidemia di CoronaVirus sia una cosa sempre più seria.

I fatti

Uno studente minorenne potrebbe essere l’ultimo caso sospetto di coronavirus riscontrato in Italia, in provincia di Treviso. Secondo quanto riporta il Gazzettino, il ragazzo ha accusato sintomi influenzali e febbre dopo essere rientrato con la madre da un viaggio in Cina.

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Considerati i sintomi e il Paese da poco visitato, il pediatra ha inviato lo studente all’ospedale di Treviso. Il ragazzo però non è stato ricoverato, ma dimesso con l’obbligo di restare chiuso in casa, evitando il più possibile contatti con altre persone, in via precauzionale. I medici hanno eseguito un tampone sul paziente per essere analizzato dall’ospedale Spallanzani di Roma.

La città è isolata ma il virus si propaga – meteoweek

Al momento in Italia sono due i casi accertati, come confermato ieri 30 gennaio dal premier Giuseppe Conte. Si tratta di due turisti cinesi atterrati prima a Milano che hanno accusato i primi sintomi mentre si trovavano a Roma. La coppia è ricoverata in isolamento all’ospedale Spallanzani.

L’intervento dell’OMS

Nel corso della conferenza stampa tenutasi a Ginevra, il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato: «Il motivo principale non è quello che sta accadendo in Cina, ma quello che sta accadendo in altri paesi».

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Ha inoltre comunicato che attualmente risultano 98 casi in 18 paesi al di fuori della Cina, tra cui 8 casi di trasmissione da uomo a uomo: in Germania, Giappone, Vietnam e Stati Uniti: «Sebbene questi numeri siano piccoli, dobbiamo agire insieme per limitare ulteriormente la diffusione del virus». Il direttore dell’OMS ha poi suggerito di evitare reazioni eccessive e ha specificato che non raccomanderanno restrizioni nei viaggi e nel commercio.

Tedros Adhanom Ghebreyesus ha parlato positivamente di come la Cina sta affrontando la situazione, e ha spiegato che la preoccupazione maggiore è che il virus si diffonda in paesi con sistemi sanitari più deboli «e che non sono preparati ad affrontarlo». Il numero dei morti dovuti alla diffusione del nuovo coronavirus, ha detto, è salito a 170 mentre i casi confermati di infezione sono 7834, di cui 7736 in Cina.

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L’OMS dichiara un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale quando ci si trova di fronte a «un evento straordinario che può comportare rischi per la salute pubblica in altri stati». L’Organizzazione ha dichiarato questo tipo di emergenza altre cinque volte: nel 2009 con l’epidemia di influenza H1N1, nel maggio del 2014 per la poliomielite, nel 2014 e nel 2019 per Ebola e nel 2016 per il virus Zika.

 

 

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