Governo ombra, Salvini dice sì. E lancia il nuovo tour nelle città

Il leader della Lega Matteo Salvini scioglie le riserve sulla nascita di un governo ombra. “Ci siamo quasi, mancano poche caselle” Nuova organizzazione per dipartimenti e nuova linea dopo il ko in Emilia. Sullo sfondo, le regionali di maggio che saranno lo snodo del centrodestra

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Matteo Salvini, leader della Lega

Non si parla ancora di governo ombra, ma la sfida è sostanzialmente quella. I nomi sono quelli di ex ministri o sottosegretari del governo Conte precedente, eppure ci sono margini per alimentare l’idea. Dopo sconfitta in terra emiliana e la mancata spallata, Matteo Salvini annuncia nel corso del Consiglio federale della Lega una nuova organizzazione per dipartimenti. “Serviranno a strutturare e uniformare il nostro messaggio, chiudendo la fase delle dichiarazioni libere. Tutti che parlano di tutto è controproducente”, fanno sapere da fonti interne leghiste. “Mancano ancora tre o quattro caselle – dice Salvini – ma sostanzialmente ci siamo”

Fra quelle già occupate, la nomina più significativa è quella di Giancarlo Giorgetti agli Esteri, settore dal quale negli ultimi mesi sono venuti più dolori, anche giudiziari, che gioie. Il ruolo adesso viene affidato alla mente certamente più “moderata” della Lega. Altri nomi e incarichi: l’ex sottosegretario Luca Coletto continuerà a occcuparsi di Sanità. L’ex ministra breve della Famiglia, Alessandra Locatelli, di Disabilità, tema assai caro a Salvini. Alle Infrastutture va l’ex sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi, seppur quest’ultimo risulti condannato per le spese pazze in Regione Liguria. La mancata governatrice dell’Emilia, Lucia Borgonzoni, si consolerà con la Cultura.

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Le caselle mancanti e il nuovo tour nelle città italiane

Per le “caselle” mancanti del nuovo governo ombra, circolano i nomi di Gian Marco Centinaio per l’Agricoltura, di Alessandro Morelli per la Comunicazione, di Erika Stefani per le Riforme e di Giulia Bongiorno per la Giustizia. Nel breve Consiglio si è anche affrontato il flop emiliano. Salvini sarebbe colpito dal calo evidente nelle grandi città. “In Emilia – spiega lui – la Lega è il primo partito in due comuni su tre, ma in centri come Bologna o Modena ha vinto con distacco il Pd. Questo vale anche altrove, a Milano e a Bergamo è successo lo stesso”. La risposta sarà un tour nei capoluoghi, “non per fare comizi ma per ascoltare e confrontarsi con tutte le categorie”.

E qui Salvini mette nel mirino una lunga serie di città: prima tappa, Palermo, lunedì prossimo. Per le più grandi delle grandi città, Roma e Milano, prosegue la caccia al candidato: “Ho già fatto diversi incontri riservati”, rivela Salvini, che quindi punta nomi della società civile. Poi, nel fine settimana di San Valentino, campagna di tesseramento nelle piazze con lo slogan “Innamorati della libertà” e il 17, a Roma, riunione di tutti gli amministratori regionali leghisti, “che ormai sono più di duecento”. Infine, fra un attacco al Governo per la gestione dell’emergenza Coronavirus, e la richiesta agli alleati di rivedere gli accordi sui candidati per le prossime regionali, Salvini non prende in esame passi indietro sulle questioni spinose dell’Emilia. Nessun pentimento sulla citofonata: “Io non ho rovinato la vita a nessuno”.

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