Coronavirus: 304 i morti, prima vittima fuori dalla Cina, rientrano gli italiani

Coronavirus, via ai rimpatri da lunedì, il commissario Borrelli: “Le frontiere restano aperte”. Sospesi i visti in ingresso in Italia dalla Cina. Negli aeroporti intensificati i controlli medici anche sui passeggeri dei voli in transito. Controlli anche nei porti. Salgono a 304 le vittime del contagio, prima vittima fuori dalla Cina.

C’è una prima vittima del coronavirus fuori dai confini dalla Cina. Il decesso è avvenuto ieri nelle Filippine: si tratta di un cittadino della Repubblica popolare di 44 anni, che era arrivato nel Paese da Wuhan il 21 gennaio insieme alla compagna. I casi di contagio registrati al di fuori dalla Cina risultano al momento 130. Poche ore prima il governo filippino aveva fatto scattare il divieto di immigrazione per tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Anche Wenzhou è stata messa in quarantena. Intanto il bilancio del contagio continua ad aggravarsi. L’ultimo aggiornamento della Commissione sanitaria cinese, parla di 304 morti (45 in più rispetto alla giornata precedente) e 14380 casi (14551 a livello globale). Altre 43mila persone sono sotto osservazione nella provincia dello Hubei.

Sospiro di sollievo, invece, per le famiglie italiane costrette a restare separate dai loro cari in visita o per lavoro a Wuhan e in altre città della Cina. Lunedì iniziano i rimpatri. Un ponte aereo riporterà a casa i turisti cinesi rimasti bloccati dopo lo stop dei collegamenti e farà rientrare gli italiani che vogliono lasciare la Cina. Questa sera i 67 concittadini dovrebbero partire dall’aeroporto cittadino e arrivare domani mattina alle 8.15 all’aeroporto militare di Pratica di Mare, a Roma, prima di essere trasferiti alla Città militare della Cecchignola per due settimane di quarantena. Pochi italiani, meno di una decina, hanno deciso di restare in città. E poi ci sono novità nelle misure d’emergenza contro il Coronavirus: controlli sanitari nei porti e sui voli in transito, sospensione dei visti di ingresso in Italia dalla Cina. Sono le messe a punto dal Comitato operativo della Protezione civile guidato dal Commissario straordinario Angelo Borrelli.

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Si parte dunque lunedì con 5 voli dell’Air China che arriveranno in Italia per riportare a casa i turisti cinesi rimasti bloccati dopo lo stop dei collegamenti. Ma gli aerei, almeno questa è l’idea di Borrelli, non dovrebbero arrivare vuoti: l’obiettivo è cominciare a far rientrare i primi italiani che vogliono lasciare la Cina. Tutti insieme. La gestione è in mano alla Farnesina e all’Enac, nominati soggetti attuatori. Negli aeroporti saranno intensificati i controlli medici. Le procedure sanitarie già in vigore verranno estese a tutti i voli provenienti dalla Cina passando per scali intermedi. Ma non solo. Visto che si tratta di controllare migliaia di persone, spiega il Commissario, “stiamo immaginando ulteriori misure. Organizzeremo negli aeroporti delle aree attrezzate con termoscanner in cui tutti i passeggeri in entrata e in uscita dovranno transitare. Lo strumento ci permetterà di individuare chi ha la temperatura fuori dalla norma”.

Controlli serrati anche nei porti, ma le frontiere restano aperte. Già da domenica scatteranno le verifiche: i medici potranno salire a bordo di tutte le navi in transito, sia mercantili, sia da crociera, per fare analisi ed esami. Borrelli ha assicurato: “stiamo lavorando per capire come potenziare i controlli su treni e auto in arrivo nel paese, ma non ci sono oggi, in Europa e in Italia, condizioni tali che possano far ipotizzare una chiusura delle frontiere. Sarebbe una misura veramente assurda”.

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L’altra apertura in contro tendenza con le misure del governo è quella verso la circolazione delle merci. “Al momento è tutto fermo, ma è una misura troppo restrittiva”, ha spiegato Borrelli, sottolineando la necessità di riaprire i collegamenti in particolare per il materiale medico sanitario, come ad esempio le provette per le analisi che dall’Italia devono arrivare in Cina. Scatta infine il blocco per i visti di ingresso in Italia dalla Cina. Il sottosegretario al Turismo Lorenza Bonaccorsi ha fatto sapere che è stata sospesa la concessione in Cina da parte delle agenzie autorizzate. Verranno dati quelli dei consolati ma solo “per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza”.

Coronavirus. La situazione in Italia

Allarme rientrato a Frosinone, Bari e Verona, dove nella giornata di ieri tre persone erano state ricoverate per un sospetto contagio, una donna salentina era tornata in Italia il 18 gennaio scorso da Guangzhou, in Cina, dove vive e lavora. Ieri è andata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce perché aveva mal di gola. Hanno dato esito negativo anche gli esami su un caso sospetto di Coronavirus in Veneto, un cittadino brasiliano che si trovava a Verona proveniente dalla Cina. Il campione era stato immediatamente inviato e analizzato all’Istituto Spallanzani di Roma. Tutti negativi sono risultati anche i test su effettuati su persone che si sono presentate con sintomi lievi, o asintomatiche, dichiarando di aver avuto contatti recenti con la Cina.

 

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