Papa Francesco sulla Siria e la Tratta umana: web e social devono aiutare donne e bambini

Tuona forte l’appello che Papa Francesco ha proposto oggi all’Angelus. Oltre alla ripresa di un messaggio di impegno nei confronti della Chiesa ad eliminare calunnie ed ipocrisie, Beroglio ricorda la piaga della Tratta umana e il logorante conflitto in Siria.

papa francesco - angelus

Papa Francesco ha oggi lanciato un nuovo richiamo all’essenza della vita del cristiano e della Chiesa, per il quale ha lanciato un monito alla comunità cristiana così come ai fedeli stessi. Con il “sale e la luce“, infatti, è importante illuminare il cammino corretto, uscire dal “proprio recinto di sicurezza” andando a contrastare i “germi della società”, le “calunnie e le ipocrisie”, senza però cercare “il plauso” e facendosi forza con umiltà.

Tuttavia, nel corso della preghiera mariana il pontefice ha anche rivolto un appello di solidarietà alla sua “amata e martoriataSiria, in preda di disastrosi conflitti, e un forte messaggio dedicato alla Tratta umana, che rende schiave le donne e strappa via anche i bambini.

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Papa Francesco all’Angelus, l’appello al web e i social per la Tratta di persone

Papa Francesco ha oggi ricordato, in chiusura dell’Angelus, la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la Tratta di persone, una rete criminale che coinvolge e distrugge la vita di donne e bambini. Sono arrivati proprio oggi in Piazza San Pietro, non a caso, numerosi fedeli e partecipanti alla Marcia “Insieme contro la Tratta“, iniziativa della rete Talitha Kum.

“Per sanare questa piaga, perché è una vera piaga che sfrutta i più deboli, è necessario l’impegno di tutti: istituzioni, associazioni e agenzie educative”, spiega dunque Bergoglio, che si appella anche ai gestori del web e dei social. “Sul fronte della prevenzione, mi preme segnalare come diverse ricerche attestino che le organizzazioni criminali usano sempre più i moderni mezzi di comunicazione per adescare le vittime con l’inganno. Pertanto, è necessario da una parte educare a un uso sano dei mezzi tecnologici, dall’altra vigilare e richiamare i fornitori di tali servizi telematici alle loro responsabilità”, ha infatti sottolineato Papa Francesco.

Impegno, vigilanza ed educazione, dunque, come misure urgenti di un impegno che deve essere globale, e che deve agire contro lo sfruttamento dei più deboli e favorire la messa in guardia sulla specializzazione nell’uso della tecnologia, sfruttata per l’adescamento di vittime da parte di tante organizzazioni criminali. Non solo educazione verso un uso sano dei mezzi tecnologici, dunque: fondamentale è sempre vigilare sugli stessi, e richiamare tutti i fornitori di servizi web e social alle loro responsabilità.

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L’appello alla Siria, “amata e martoriata”

Papa Francesco, però, ha di nuovo rivolto il suo sguardo anche alla dilaniata Siria, stanco Paese in cui la guerra sembra non finire mai. “Continuano a giungere notizie dolorose dal nord-ovest della Siria, in particolare sulle condizioni di tante donne e bambini, della gente costretta a fuggire a causa dell’escalation militare”, esordisce Bergoglio durante i saluti che seguono la preghiera mariana dell’Angelus.

Porgendo ai fedeli un “accorato appello“, e rivolgendolo anche alla “comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti”, il santo padre invita “ad avvalersi degli strumenti diplomatici, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del Diritto Umanitario Internazionale, per salvaguardare la vita e le sorti dei civili”.

Un fortissimo messaggio, il suo, di vicinanza e di solidarietà che rivolge a quel paese “amato e martoriato” da una guerra disumana che richiede sforzi e dialogo, che minaccia costantemente civili innocenti. Civili tra i quali figurano soprattutto numerosissimi bambini, già definiti nel 2016 dal santo padre delle vittime che “non potranno vedere la luce del futuro”, poiché costrette a versare il loro stesso “sangue innocente” per impietosa mano altrui.

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