Coronavirus, possibile trasmissione asintomatica: primo test di vaccino tra 2-3 mesi

Mentre il coronavirus continua a diffondersi globalmente, arrivano buone notizie confermate da studi e ricerche al momento in continuo sviluppo: sembrerebbe, infatti, che il virus possa essere meno letale di quanto previsto e che il primo vaccino possa essere testato tra due o tre mesi.

coronavirus vaccino A confermare tali possibilità è intervenuto Anthony Fauci, uno dei più celebri immunologi del mondo e direttore del capo dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases).

Per l’ANSA, infatti, Fauci ha dichiarato di stare “lavorando con l’azienda biotecnologica Moderna e con la Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovation)” in modo tale da poter mettere in atto, entro pochi mesi, la prima sperimentazione del vaccino contro il coronavirus 2019-nCov. Tale sperimentazione verrà dunque condotta su un piccolo numero di persone, in modo tale da poterne verificare prima la sicurezza ed eventualmente metterlo successivamente a disposizione degli altri contagiati.

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Vaccino coronavirus, molti Paesi sono già al lavoro

Con la giornata di oggi sale a 1.016 il numero di morti a causa del nuovo coronavirus in tutta la Cina, con ben 42.638 casi confermati nel continente. Urge allora la necessità di combattere il contagio con la ricerca scientifica, e la messa a punto di un vaccino efficace. “Il primo vaccino per il Coronavirus potrebbe essere pronto in 18 mesi”, riferisce il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante un briefing di aggiornamento con la stampa a Ginevra. Mentre il primo test, secondo Fauci, potrebbe già essere messo in atto entro 2 o 3 mesi.

Secondo quanto spiegato dall’immunologo, infatti, il vaccino messo a punto dal Niaid si baserebbe su una delle tecnologie più avanzate ad oggi disponibili, che utilizza la sequenza del materiale genetico del coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna). Si tratterebbe perciò di un vaccino sintetico, che non prevede l’uso diretto del virus. “Stiamo lavorando per sviluppare un vaccino a Rna messaggero per il nuovo coronavirus”, e il Niaid “sta sostenendo ricercatori e aziende per sviluppare anche altri candidati vaccini”, ha affermato Fauci.

Anthony Fauci
Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases

Che ha poi specificato come la prima tappa del test “consisterà nel somministrare il vaccino a un piccolo gruppo di adulti sani negli Stati Uniti per vedere se è sicuro ed è in grado di indurre una risposta immunitaria. Se questo avrà successo e l’epidemia non sarà conclusa potremo promuovere un test clinico più ampio, di fase 2, allo scopo di dimostrare l’efficacia (o meno) del vaccino in un arco di tempo che va da un anno a un anno e mezzo“. E successivamente passare alla produzione dello stesso, che però prevederà ulteriori mesi di lavoro per permetterne una vasta distribuzione.

Coronavirus si trasmette per via asintomatica, ma meno letale del previsto

Fauci, sempre per ANSA, si è poi espresso in merito ai metodi di trasmissione del virus, che stanno preoccupando e non poco governi e semplici cittadini di ogni parte del mondo. Secondo l’immunologo, ci sarebbero elementi per sostenere che il nuovo coronavirus possa essere trasmesso anche per via asintomatica. “In genere la maggior parte dei virus si trasmettono quando qualcuno ha i sintomi, ma con il nuovo coronavirus sembra esserci una trasmissione asintomatica”, ha infatti spiegato Fauci.

Eppure, “c’è molto che non sappiamo sul nuovo coronavirus, compresa la sua specifica abilità nel trasmettersi”, ha dichiarato l’esperto. Sulla base dei dati raccolti al momento, comunque, è possibile che la “sua trasmissione sia simile a quella dell’influenza e di altri virus che aggrediscono le vie respiratorie, ossia per mezzo delle goccioline che si diffondono quando una persona che ha l’infezione tossisce o starnutisce, oppure toccando superfici, come le maniglie delle porte, sulle quali si è depositato il virus e quindi toccandosi il viso”.

E sempre secondo i dati raccolti finora, sembra che il tasso di mortalità sia in realtà inferiore rispetto a quanto pronosticato precedentemente. Analizzando gli ultimi numeri, infatti, si potrebbe ipotizzare che il tasso di mortalità del coronavirus 2019-nCoV sia inferiore al 2%, considerando la questione dei casi asintomatici e di coloro che presentano sintomi molto lievi.

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