Treno deragliato a Lodi, Ansf spiega le cause dell’incidente

Il direttore dell’ Ansf – Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie, Marco D’Onofrio, dà una prima risposta alle domande sorte dopo il deragliamento del treno Frecciarossa 1000, il 6 febbraio. “Si è trattato di un’inversione dei cablaggi interna al dispositivo che è stato sostituito. E’stato un difetto interno al congegno”

 

Treno deragliato

L’ Ansf, con il direttore Marco D’Onofrio, prova a dare una prima risposta alle domande sorte dopo il deragliamento del treno Frecciarossa 1000, avvenuto lo scorso sei febbraio. “Si è verificata un’inversione dei cablaggi interna al dispositivo, che è stato sostituito. Alla base c’è un difetto interno al congegno”. Lo ha ribadito nelle ultime ore, tornando alle verifiche che parlavano del deviatoio in posizione errata. Il fonogramma, inserito alle 4.45, confermava la posizione corretta dello scambio.

“Ieri sera è pervenuta una comunicazione da parte della Procura – ha fatto sapere D’Onofrio in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato – a seguito del rilevamento di un difetto interno all’attuatore. Sono state fatte delle prove in campo e sembra che ci sia un’inversione dei cablaggi interna al dispositivo che si è andato a sostituire. Questa la causa del sinistro”.L ’Authority, , però, frena. “E’ una prima evidenza che introduce un problema. Abbiamo assodato che il problema è stato riscontrato. Ma dobbiamo analizzare le cose con attenzione: non giustifica tutto”.

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Scatta la procedura di safety allert

Il direttore dell’Agenzia D’Onofrio – nel corso del suo intervento –  ha poi aggiunto. “Da parte nostra inizierà una procedura di safety allert. In tal senso, una volta noti gli estremi di questo componente o del lotto di fabbricazione -spiega D’Onofrio – faremo una procedura, prevista dalla nostra normativa. In questa circostanza, allerteremo tutte le Autority in tutto territorio. Si avrà notizia del difetto riscontrato su ogni componente”.

A rovesciarsi, oltre alla motrice, fu il primo vagone, mentre il resto del convoglio rimase pressoché intatto. Due i morti, oltre trenta i feriti, seppur in maniera lieve. Si rifette ancora sulla tragedia sfiorata, soprattutto dopo le parole del prefetto di Lodi. Sulla linea nella notte erano stati fatti dei lavori di manutenzione ordinaria ciclica: un tipo di intervento che viene fatto internamente dai dipendenti di Rete ferroviaria italiana. L’intervento è avvenuto proprio nel punto in cui è sviato il treno. Come riportato dal FattoQuotidiano.it, alle 4.45, al termine dei lavori, arrivò il via libera alla circolazione.

La prima ipotesi a farsi largo tra gli uomini della Polfer fu: uno scambio lasciato in “falsa posizione” proprio al termine dei lavori. Un intervento non eseguito correttamente su un deviatoio oleodinamico. A seguire, il procuratore Chiaro in conferenza stampa: “Sapete che ci sono state attività di manutenzione in quel tratto, stiamo cercando di capire quali attività sono state svolte e che tipo di nesso ci sia tra questa attività e il verificarsi del disastro. Quel treno è il primo che passava dal luogo dove sono avvenute le attività di riparazione”.

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