Unilever, lavoratori preoccupati: l’azienda non sospende l’attività

Si legge sul volto dei lavoratori la preoccupazione. Gli impiegati dell’Unilever, l’azienda del primo malato di coronavirus in Italia, non hanno sospeso l’attività. La fabbrica rimane aperta nonostante l’emergenza. 

Alla Unilever di Casalpusterlengo, principale stabilimento di un’area industriale nel cuore del lodigiano, si entra in fabbrica con lo sgomento. Qui fino a venerdì scorso ha lavorato il 38enne ora in gravi condizioni che è risultato positivo al test del coronavirus, il primo dei sei contagiati nel Lodigiano. Tra diretti e dell’indotto, ci gravitano quotidianamente circa 500 persone. “In questo posto ogni giorno arrivano e poi tornano a casa persone da tutta la ‘bassa’”, spiega un lavoratore. Potenzialmente, insomma, siamo di fronte a un centro di smistamento del virus.

La reazione dell’azienda

Eppure la multinazionale non ha ancora deciso di chiudere i cancelli, nonostante la preoccupazione delle organizzazioni sindacali.

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La produzione all’interno nei fatti è ferma, nel primo pomeriggio sono arrivati anche medici e sanitari per fare il tampone a un centinaio di colleghi del reparto laboratorio e ricerca, dov’era assegnato il “paziente zero”. Unica precauzione, chiusa la mensa. “Dove però M. ogni giorno come tutti veniva a mangiare, com’è normale che sia, quindi limitarsi al suo solo reparto forse non è abbastanza”, ragiona Giorgio Spagna della Serioplast, azienda che produce i recipienti di plastica per i prodotti Unilever. La Cgil del territorio ha chiuso le proprie sedi sindacali. “Servono centinaia di persone, non ci sembrava il caso restare aperti”, dice il segretario provinciale Franco Stasi.

Le precauzioni continuano

Sotto sorveglianza c’è anche la Mae di Fiorenzuola d’Ara (Piacenza) dove invece lavora l’uomo rientrato da un viaggio in Cina, portatore sano, che avrebbe contagiato in una cena l’amico di Codogno. Il medico competente ha avviato la vigilanza prevista dai protocolli sui dipendenti, l’azienda per oggi è rimasta chiusa.

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In totale è salito a 14 il numero totale dei casi positivi nel Lodigiano. Ai 6 già individuati sono risultati positivi anche cinque operatori sanitari dell’ospedale di Codogno, e tre pazienti.

Una settima persona, una donna, è ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Piacenza: è una collega del trentottenne. Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna in una nota. Di questa paziente è atteso l’esito del tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola.

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