The Grudge | La recensione del remake con Andrea Riseborough

Il 27 febbraio esce nei cinema italiani The Grudge, l’atteso reboot prodotto da Sam Raimi e diretto da Nicolas Pesce dell’iconica saga horror creata da Takashi Shimizu nel 2000.

Sono passati undici anni da The Grudge 3, il terzo capitolo direct-to-video di Toby Wilkins tratto dal remake americano firmato da Takashi Shimizu. Ma la maledizione di Kayako Saeki è più viva e terrificante che mai! 

Scritto e diretto da Nicolas Pesce, l’autore di The Eyes of My Mother, l’horror che ha terrorizzato il Sundance Film Festival nel 2016, The Grudge rivisita ed espande la saga originale mantenendone intatta la formula del successo.

The Grudge | Il cast di star

Se gli indimenticabili remake di Takashi Shimizu puntavano sulle celebrità più seguite della tv mondiale (Sarah Michelle Gellar, Jason Behr, Clea DuVall Amber Tamblyn, solo per citarne alcune), il reboot di Nicolas Pesce propone un cast più adulto. 

Dopo la serie tv di Stefano Sollima ZeroZeroZero, la (spesso) sottovalutata Andrea Riseborough interpreta la detective Muldoon, una commovente anti-eroina che, insieme al figlio, cerca di superare la tragica morte del marito.

Una grande performance supportata dal talento di Jon Cho (protagonista della saga cinematografica di Star Trek e dell’ottimo thriller Searching), Lin Shaye (sorella del produttore horror Robert Shaye nonché intramontabile medium del franchise di Insidious) e Jacki Weaver (candidata come miglior attrice non protagonista agli Academy Awards 2011 e 2013 per Animal Kingdom e Il lato positivo. 

Un cast di star pronto ad affrontare Kayako Saeki che, questa volta, ha le fugaci sembianze dell’attrice Junko Bailey.

Leggi anche: The Grudge | Come il reboot si collega all’originale

The Grudge | Il fascino gore

Il mito di The Grudge, che ha terrorizzato gli adolescenti dei primi anni Duemila, è trasceso in parodia a causa del successo mondiale di Scary Movie 4, il sequel di David Zucker focalizzato sul remake con Sarah Michelle Gellar e Bill Pullman.

Riscrivendo la saga di Takashi Shimizu, Nicolas Pesce conserva tutti gli elementi horror che la rendono, ancora oggi, immortale. Tornano così la maledizione infernale, le presenze spettrali e l’urlo mortale di Kayako riscritti per un pubblico adulto che non si lascia più intimorire dai capelli tentacolari della villain nipponica.

Incorniciato da una fotografia cupa e realistica, The Grudge dosa con intelligenza i cliché del franchise accompagnandoli con un fascino gore che, tra arti mozzati, corpi in putrefazioni e jumpscare, consacra un horror all’altezza dell’originale. 

Leggi anche: Film horror | Ecco i 5 migliori remake da vedere nell’attesa di The Grudge

The Grudge | Il miglior reboot possibile (ai tempi d’oggi)

Da un grande reboot derivano grandi responsabilità. Una su tutte, essere all’altezza della saga originale. Come ci insegna Scream 2, i sequel e i remake si rivelano spesso una delusione. Del resto più mezzi, più budget e più tecnologia non significano più brividi. E così i reboot di Nightmare, Non aprite quella porta, Poltergeist, La Cosa (e tanti altri), annacquando i cult originali, sono finiti nel dimenticatoio. 

Come The Ring, la saga di Takashi Shimizu è strettamente legata a un’era horror che oggi non esiste più. Ma Nicolas Pesce, seguendo la struttura temporale frammentata e giocando con effetti sonori e jump scare, scuote lo spettatore regalandogli una lunga serie di brividi d’autore. 

The Grudge non è un horror che resterà negli annali del cinema di genere ma un sequel che propone molteplici sequenze disturbanti (in primis la storyline di Faith Matheson) accompagnate dalla suggestiva soundtrack dei The Newton Brothers, autori delle colonne sonore di Doctor Sleep e Hill House.

Un horror imperfetto che consacra il miglior reboot possibile di un franchise che, nonostante le fragilità, è sempre (un brivido di) piacere rivedere sul grande schermo. 

Impostazioni privacy