Rapina Napoli, i social contro Ugo Russo: su Twitter #iostocolcarabiniere

Drammatico il caso della morte di Ugo Russo, il ragazzo di 15 anni freddato a Napoli durante una rapina, tentata nei confronti di un carabiniere. I social, però, si scagliano contro di lui, e diffondono un hashtag a difesa del Militare dell’arma.

i social contro ugo russo

Ve lo avevamo raccontato giusto ieri, di come la famiglia di Ugo Russo, il 15enne rimasto ucciso a Napoli dal colpo partito dalla pistola di un carabiniere, ha descritto il giovane rapinatore. Lo hanno dipinto come un ragazzo finito dentro dei giri più grandi di lui, un ragazzo che però voleva ripartire, provare a cambiare, trovarsi un lavoro, anche a seguito di alcuni momenti difficili avvenuti nella sua vita.

Tuttavia, quella notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo, Ugo stava commettendo una rapina, una rapina a mano armata (anche se si è poi scoperto la pistola usata fosse soltanto un giocattolo) nei confronti di un carabiniere fuori servizio. Un uomo che, davanti all’aggressione del baby rapinatore e del suo complice, ha sparato tre colpi d’arma da fuoco, e l’ha ucciso.

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I social contro Ugo Russo, #iostocolcarabiniere

Il caso sulla morte del 15enne di Napoli, allora, fa ancora molto discutere. I famigliari e coloro che sono vicini agli stessi in questo drammatico momento, continuano a sostenere che il carabiniere si sia comportato come un criminale, non diversamente dal figlio. Per fermarlo ed evitare che scappasse, infatti, il militare avrebbe potuto “colpirlo alle gambe”, come suggerisce il padre, e non alla testa o al torace.

ugo russo - rapina napoli

Ma i social non sono d’accordo, e sul web si stanno raccogliendo un sacco di post e commenti a sostegno e di solidarietà nei confronti del carabiniere. In particolare, è tornato in auge l’hashtag #iostocolcarabiniere, già utilizzato in precedenti circostanze che hanno visto protagonisti alcuni carabinieri vittime di diverse aggressioni. Da ore, allora, sono decine e decine i messaggi che su Twitter si appellano all’hashtag per parlare di questa controversa faccenda.

E tra coloro che ne parlano, poi, c’è chi scrive che “quando come mestiere scegli la professione del rapinatore, ti becchi tutte le conseguenze che comportano”; o chi ancora: “I miei figli a 15 anni alle 23 erano a casa. Se il loro figlio è morto è colpa
loro“; e chi ancora si domanda:”dove erano i genitori?”.

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Tra i commenti, poi, si legge di qualcuno che vuole proporre una “medaglia d’oro” al carabiniere, così come di chi si preoccupa del danno di immagine che Napoli, a causa della faccenda, sta subendo: “Napoli non è questa, Napoli è una città meravigliosa infangata da persone che non hanno rispetto per la propria città e per gli altri”. Altri, ancora, infine, lasciano messaggi di solidarietà e vicinanza anche al personale medico sanitario al lavoro al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, luogo in cui Ugo Russo era stato portato e successivamente devastato dai parenti del giovane.

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