Olimpiadi, il Giappone prende tempo: “Decideremo insieme per il meglio”

Mancano meno di quattro mesi alle Olimpiadi e la situazione è sempre più preoccupante con un virus che sta facendo danni in tutto il mondo e le frontiere che si stanno progressivamente chiudendo.

Scandenza a rischio

Mancano meno di quattro mesi alla cerimonia inaugurale di Tokyo 2020 e i dubbi che circondano le prossime Olimpiadi estive sono sempre di più. Non si tratta di semplice preoccupazione: anche il CIO, il comitato olimpico internazionale, sta avanzando perplessità sull’opportunità di festeggiare lo sport mondiale in uno dei momenti più bui e difficili del pianeta. L’emergenza coronavirus sta costando troppo in termini di vite umane ma, soprattutto, si sta rivelando un pericolo imprevedibile e difficilissimo da gestire in considerazione del mostruoso traffico di persone che si muoverebbe verso il Giappone in occasione della scadenza olimpica.

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Tokyo, la sede ideale

A Tokyo hanno preparato tutto nei minimi dettagli: gli impianti sono stati predisposti a tempo di record, impianti meravigliosi costruiti secondo criteri ecografici e ambientali. Le arene sono già state inaugurate e collaudate, realizzate con materiali riutilizzabili e diventeranno parte integrante del tessuto architettonico della città anche quando le Olimpiadi saranno ormai concluse. Ma quando tutto è stato costruito al coronavirus non ci aveva pensato proprio nessuno.

Giappone in difficoltà

Il Giappone, che si è trovato a dover gestire, senza volerlo, un’emergenza incredibile e del tutto nuova come quella della Diamond Princess, ammette di non avere gli strumenti per poter affrontare un’emergenza sanitaria senza precedenti se tre squadre, atleti e turisti provenienti da ogni parte del mondo si dovesse manifestare qualcosa di più di un semplice contagio collettivo. I costi sarebbero inimmaginabili, i rischi giganteschi. Di cui due uniche possibilità: rinviare tutto di un anno, ma questo finirebbe per essere noto rischioso considerando un calendario sportivo fittissimo visto che le Olimpiadi coinvolgono decine di paesi e tutte le discipline sportive più importanti del mondo, o annullare del tutto.

Pareri discordanti

Il 25 febbraio scorso il presidente del CIO Thomas Bach ha detto che “Le Olimpiadi non erano in dubbio e che tutto era perfettamente pronto e organizzato”. Una dichiarazione ottimistica che non ha entusiasmato il governo giapponese che teme di avere a che fare con un problema di gestione impossibile. Qualche giorno dopo, nel corso dell’ultima conferenza stampa convocata a riguardo

il dottor Michael Ryan, il direttore esecutivo della organizzazione mondiale mondiale della sanità che si occupa dei grandi eventi, ha fatto un passo indietro dicendo che “nessuna decisione era ancora stata presa a riguardo e che valutato con maggior calma nell’acqua di poche settimane”.

“Decidiamo con calma”

Ancora più cauto il parere di Dick Pound, il consigliere anziano del CIO: “Dalle mie parti abbiamo un modo di dire, quando si tratta di chiudere un elefante in una stanza è meglio pensarci sopra ma non è corretto pensare Tokyo, con le sue Olimpiadi, sia destinata semplicemente a ospitare un cataclisma. Mi sembra allarmistico. In questo momento stiamo assistendo a un’emergenza di carattere internazionale che è ancora dominata da un clima di paura e di informazione poco oggettiva. Dobbiamo avere a disposizione dati certi e, solo in quel caso, quando saremo sicuri che le Olimpiadi potranno essere una celebrazione dell’umanità e dello sport senza alcun rischio per nessuno, dovremo dare fondo a tutte le nostre energie per concretizzarle”.

I dati di Tokyo 2020

La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Tokyo è prevista per il 24 luglio: ventotto discipline sportive che coinvolgeranno 11mila atleti. Altrettanti saranno i tecnici e i giornalisti accreditati. Diciassette giorni di gare e di eventi speciali. Dal 25 agosto inizieranno poi le Paralimpiadi, che coinvolgeranno 4000 atleti e porteranno a Tokyo non meno di mezzo milione di visitatori. Si calcola che i turisti che arriveranno in Giappone per le Olimpiadi saranno  cinque milioni. Quattro milioni e mezzo di biglietti per gli eventi sportivi sono già stati venduti.

Posticipare di un anno, in teoria, è possibile ma sono tanti i paesi che hanno già avanzato dei dubbi, in modo particolare Stati Uniti, la Russia e Regno Unito che hanno un calendario sportivo fittissimo e predisposto da tempo. Incastrare un evento complesso come quello olimpico in un programma già stracolmo diventerebbe praticamente impossibile, pensare di ridurre non sarebbe né economicamente né tecnicamente intelligente.

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Londra si tira indietro

Qualche settimana fa Londra si era detta disponibile per poter sostituire Tokyo nell’organizzazione delle Olimpiadi. Ma, in un secondo momento, il comitato olimpico britannico ha rispettosamente accantonato la sua candidatura. Un po’ per non accampare dubbi sulla fattibilità delle Olimpiadi giapponese, sarebbe stato un gesto non elegante. Ma anche perché ci si è resi conto che l’emergenza coronavirus non era un problema esclusivo di Cina, Giappone e Corea quanto piuttosto mondiale.

Oggi il Giappone conta quasi un migliaio di persone contagiate e 11 morti, la maggior parte delle quali a bordo della Diamond Princess. Le strutture sanitarie giapponesi si sono dimostrate straordinariamente efficaci nei confronti della clamorosa emergenza a bordo della nave da crociera diventata una nave ospedale. Ma le Olimpiadi, decisamente, sono un’altra cosa e l’emergenza in questo caso rischia di diventare incontrollabile.

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