Coronavirus, ancora un contagio negli USA; stavolta a New York

La notizia è stata ufficializzata dalla Sanità americana. La paziente è una donna di soli 30 anni che era da poco rientrata dall’Iran.

Coronavirus a New York

Molto prima che Donald Trump chiudesse i voli, scatenando moltissime proteste internazionali, compresa quella dell’Italia che in questo momento è tagliata fuori dai voli da e per gli Stati Uniti, il coronavirus aveva già fatto il suo ingresso negli USA. Diversamente non si spiegano i due contagi nel giro di sole 48 ore. Uno mortale sull’estrema costa occidentale, a Seattle, e il secondo a New York.

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I (pochi) dettagli forniti dalla sanità

A dispetto della crescente richiesta di informazioni da parte dell’opinione pubblica il portavoce del segretario di stato per la sanità americana Alex Azar ha diramato uno scarno bollettino nel quale i dettagli sono davvero pochissimi. Della vittima di Seattle si sa solo che si tratta di un uomo di circa 70 anni che era stato ricoverato a causa di patologie piuttosto gravi e che negli ultimi giorni aveva accusato una violenta polmonite. È stato proprio questo a insospettire i medici che lo avevano in cura al King County General Hospital e che eseguendo il tampone hanno così scoperto la prima vittima americana causata dal coronavirus. A Seattle si è diffusa una grande preoccupazione anche perché l’uomo viveva in una zona estremamente popolosa come King, il cuore stesso di Seattle, 700mila abitanti dei quasi 2.5 milioni che popolano la città del suono.

Una donna positiva a New York

Il caso di New York è stato ufficializzato in nottata: si tratterebbe di una donna piuttosto giovane, trent’anni, appena rientrata dall’Iran dove il coronavirus sta scatenandosi in tutta la sua violenza. L’Iran è un paese in balia del virus: niente servizi, niente igiene e niente mezzi per via dell’embargo internazionale che vige su Teheran. La contagiata potrebbe essere una militare, altra ipotesi che preoccupa molto, o una cooperatrice di pace di qualche ONG, forse addirittura una diplomatica. Il ministero della sanità si è limitato a smentire che la donna sia morta. Dice che è in quarantena nella sua abitazione, che le sue condizioni non sono gravi e che “tutti i protocolli di sicurezza saranno rispettati e che non saranno diffuse ulteriori notizie”.

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I costi non coperti

C’è molta polemica anche intorno ai costi sanitari del coronavirus negli USA: chi ha chiesto di poter effettuare un tampone in alcuni ospedali si è visto chiedere una cifra astronomica, si parla di migliaia di dollari, perché di fatto questo esame di laboratorio non è compreso nelle varie assicurazioni sanitarie che coprono le spese mediche. Il caso verrà dibattuto a breve, forse oggi stesso: alcuni Stati hanno deciso di stanziare un fondo ad hoc, ma solo alcuni. In tutti gli altri, se i pazienti rientrati negli Stati Uniti dalla Cina vorranno essere sicuri di non avere contratto il virus, il test se lo dovranno pagare di tasca loro.

 

 

 

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