Afghanistan, offensiva dei Talebani: venti morti tra soldati e agenti

La notte scorsa, un attacco da parte dei talebani ha portato alla morte di venti persone in Afghanistan. 

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Photo by NOORULLAH SHIRZADA/AFP via Getty Images)

La notte scorsa, durante una serie di attacchi ad opera dei talebani, sono morte 20 persone tra soldati e agenti appartenenti alle forze dell’ordine afghane. Sembra che l’offensiva militare sia arrivata a poche ore di distanza da una conversazione telefonica tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e Mullah Burdar, riconosciuto come il negoziatore dei talebani con l’America. Attraverso il suo account Twitter, Trump aveva elogiato la conversazione avuta con il suo interlocutore, definendola“eccellente”. Sembra che già nella giornata di lunedì, i talebani avessero annunciato di voler riprendere gli attacchi contro le forze armate del governo di Kabul.

Un attacco che è dunque avvenuto appena si è conclusa la settima di riduzione della violenza e degli scontri concordata con gli Stati Uniti. Questa era infatti terminata il 29 febbraio. Kunduz Fawzia Jawad, esponente del consiglio provinciale, ha spiegato ai media che i morti si sono verificati in seguito all’attacco alla base militare di Bagh-e-Sherkat. Ha inoltre dichiarato che durante gli scontri anche diversi talebani sono rimasti uccisi.

L’ Attacco dei talebani sancisce la fine della settimane di pace concordata con Trump

Donald Trump nel 2019 aveva deciso di annullare i colloqui di pace con i talebani. La decisione era nata dal fatto che questi avevano rivendicato di essere loro i responsabili di un attacco terroristico in Afghanistan. I rapporti tra Stati Uniti e talebani sono rimasti a quel punto tesi per molto tempo.

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(Photo by NOORULLAH SHIRZADA/AFP via Getty Images)

Negli ultimi mesi però si era verificata un’inattesa distensione dei rapporti diplomatici. Al punto che si era riusciti a portare avanti una trattativa. Questa si è poi conclusa con la stipula di un accordo per ridurre gli scontri e la violenza per una settimana nel mese di febbraio. Verso la fine di settembre dello scorso anno, il rappresentante speciale degli Stati Uniti, Zalmay Khalilzad, aveva incontrato i diplomatici di diverse nazioni a New York. Il suo scopo era quello di promuovere il dialogo tra le parti.

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All’inizio di ottobre si era poi recato in Pakistan. Qui era riuscito ad ottenere un incontro con i rappresentanti dei talebani nel paese. Sembra che nel corso degli incontri in Pakistan, Khalilzad sia riuscite a discutere di misure riguardanti possibili scambi tra prigionieri e riduzione degli scontri.

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