Coronavirus, pronte le caserme per il piano d’emergenza: a Milano apre Baggio

Mentre si parla di un possibile ampliamento della zona rossa, Milano apre il primo ospedale militare attrezzato per fronteggiare il coronavirus.

L’ingresso dell’ospedale militare di Baggio, caserma Annabaldi

Se vincesse il virus

L’aggressività epidemiologica del coronavirus è dimostrata. In Cina ci sono volute diverse settimane perché il numero di contagiati segnasse un lieve recesso. In Corea del Sud èormai dimostrato temono che ogni settimana il numero di contagiati raddoppia rispetto alla settimana precedente. E non sono ancora arrivati al punto di massima espansione della malattia.

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L’Italia e l’emergenza

In Italia i primi dieci giorni dopo il contagio sono stati un autentico shock, una presa di coscienza che la guerra al virus sara durissima ed estenuante. Di qui il doppio lavoro della protezione civile che sta cercando di lavorare sul quotidiano ma anche su un piano più a lunga scadenza: se il virus dovesse avere la meglio.

Come gestire un’emergenza sanitaria altamente infettiva e senza precedenti? “Gli ospedali stanno rispondendo nel modo migliore – ha dichiarato il commissario alla protezione civile Angelo Borrellie in queste prime giornate di emergenza si sono dimostrati di altissima professionalità e pronti a qualsiasi sforzo. Ma dobbiamo pensare anche ad altre eventualità. Gli ospedali non possono e non devono collassare sotto il peso dell’emergenza coronavirus”.

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Caserme e alberghi

Se la quarantena dovesse riguardare migliaia di persone, gli ospedali così come sono oggi non potrebbero bastare: il rischio sarebbe quello di mandare in tilt tutto il servizio sanitario nazionale e di non riuscire in alcun modo a contenere il contagio. “È per questo che sappiamo già di poter contare sulle caserme qualora dovessimo avere bisogno di posti letto attrezzati in isolamento – dice Borrelli – abbiamo un quadro preciso di quella che può essere la disponibilità. Dalle Forze Armate abbiamo migliaia di posti letto in tutta Italia. Solo l’Esercito ne garantisce 3412 in 1223 camere. L’Aeronautica altri 1800. In un secondo momento possiamo pensare anche agli alberghi. Abbiamo già fatto uno studio insieme ad alcune Regioni e siamo pronti a ipotizzare migliaia di posti letto in strutture alberghiere che verrebbero requisite e utilizzate per risolvere l’emergenza. Ma siamo solo alle ipotesi, la speranza è quella di fermarsi molto prima”.

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L’immensa area della caserma di Baggio vista dall’altro – meteoweek

Le strutture già disponibili

Gli alberghi sarebbero l’ultima ratio, necessari nelle aree che non offrono grandi caserme. A Milano è già pronta Baggio, un’area gigantesca voluta da Mussolini nel 1931. Trenta ettari di estensione e oltre 63mila metri quadrati di caserme, capannoni e depositi. La caserma Annabaldi al momento viene sfruttata in modo minimo dall’esercito che ha notevolmente contratto le sue presenze. Così come un’altra soluzione strategia in una zona molto colpita è la caserma San Polo di Piacenza, una struttura dell’Aeronautica Militare. In Veneto ci sono almeno altre tre caserme disponibili fin da subito, in Friuli due. Altre aree non ancora colpite in modo massiccio dal virus come Cuneo, Savona o l’entroterra romano le strutture militari non mancano. Ma la speranza è che l’emergenza possa essere respinta molto prima.

Intanto Baggio da ieri è già disponibile a ospitare le prime sessanta persone: l’ospedale è stato allestito anche per accogliere intere famiglie. La scelta cadrà si pazienti in isolamento in via di guarigione che possono essere spostati senza correre rischi. Un secondo ospedale potrebbe essere completato in tempi brevi presso la struttura sanitaria dell’Aeronautica Militare di Linate.

 

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