La Mummia | il film con Tom Cruise è davvero così brutto come si dice?

Nelle prossime settimane arriverà anche nelle sale cinematografiche italiane L’uomo invisibile, horror scritto e diretto da Leigh Whannell, adattamento moderno dell’omonimo romanzo di H. G. Wells e reboot della trasposizione cinematografica di James Whale del 1933. Si tratta del secondo film sui “mostri” Universal dopo il fallimento de La Mummia con Tom Cruise. Ma quel film era davvero così brutto come è stato descritto?

L’uomo invisibile sarebbe dovuto arrivare nelle sale italiane il 5 marzo ma, come per altri film, l’uscita è stata rimandata a causa dell’emergenza Coronavirus. La Universal già nel 2014 decise di creare un proprio universo cinematografico (che venne denominato Dark Universe) che esordì con il film Dracula Untold, prontamente eliminato dalla continuity e sostituito nel 2017 con La Mummia. Quello con Tom Cruise sarebbe dovuto essere il nuovo primo film di una lunga serie che avrebbe poi coinvolto anche L’uomo invisibile e altri storici personaggi Universal. Ma dopo il suo fallimento, i produttori decisero di abbandonare definitivamente il progetto e di dedicarsi, con l’aiuto della Blumhouse, a film stand-alone (quindi scollegati l’uno dall’altro).

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La Mummia o Tom Cruise?

Nonostante i pareri molto negativi di critica e pubblico, quello diretto da Alex Kurtzman era un film d’avventura vecchio stampo di ottima fattura, che si emancipava dal modello cinematografico del cinecomic e cercava i suoi modelli negli action movie purissimi degli anni ’80. Vero perno del film (come accade in tutti quelli che lo vedono coinvolto) è ovviamente Tom Cruise, un attore che a 56 anni è l’unico a fare azione senza alcun tipo di ironia sulla sua età anagrafica. Se altri attori del cinema d’azione ormai in là con gli anni sottolineano nei loro film l’età avanzata per caratterizzare dei personaggi consapevoli dei propri limiti ma che nonostante questo cercano di sfidare la decadenza del corpo (ultimo esempio di questo filone è Bad Boys for Life), Tom Cruise è il solo che cerca di rimanere davvero prestante come lo era un tempo. Proprio grazie alla sua dedizione, anche un film dalla sceneggiatura debole come La Mummia riesce a trovare una forza insperata nella sua presenza in scena. 

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Cinema d’avventura anni ‘80

Emblematica dell’approccio di Cruise al film è la scena in assenza di gravità, girata davvero in assenza di gravità in un aereo che simulava la picchiata, per volontà stessa dell’attore. Ci sono voluti 64 ciak per farla bene, ma dal risultato finale è chiaro che se fosse stata girata in un altro modo non avrebbe avuto lo stesso impatto sullo spettatore. Questa, insieme a tante altre trovate del genere, messe tutte insieme, creano un film d’avventura come non se ne vedevano da anni. Dopo gli imbarazzanti tentativi di Wolfman con Benicio Del Toro (dalla smaccata patina vintage) o quello fantasy di Dracula Untold, La Mummia di Kurtzman riusciva a raggiungere un tipo di cinema evidentemente passato e superato con la gradualità che gli evitava di risultare ridicolo.

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L’emancipazione dal cinecomic

Grazie anche al prezioso lavoro in sceneggiatura di gente David Koepp, Dylan Kussman e Christopher McQuarrie (il regista che ha definitivamente rilanciato la serie di Mission: Impossible, consacrando nuovamente Tom Cruise come unico corpo cinematografico del cinema d’azione moderno), il film del 2017 evitava in maniera scientifica di trasformarsi in un film di supereroi (la tentazione, data la necessità di creare una “origin story”, era dietro l’angolo). Per questo, pur con i suoi mille difetti e con la pochissima voglia di creare un franchise (il film ci provava solo con l’ultima inquadratura), La Mummia con (e di) Tom Cruise non si meritava tutti i fischi che ne hanno segnato il fallimento al botteghino.

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