Coronavirus: il settore turistico è sempre più in difficoltà

L’entrata in vigore del nuovo decreto, aggrava la situazione economica del settore turistico, che era già in difficoltà per l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Adesso si ritrova anche a scontare le misure di contenimento imposte dal governo.

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(Photo by LAURENT EMMANUEL/AFP via Getty Images)

A Como, mentre i cittadini approfittavano della domenica per una passeggiata in bici, circa quaranta persone si recate a visitare il Museo degli Uffizi per circa 40 minuti. In seguito infatti, è arrivata la direttiva di chiusura del museo. Una piccola scena di normalità dentro una situazione che, a causa dell’emergenza coronavirus, sta mettendo il settore del turismo a dura prova. Non ha sicuramente giovato il decreto nazionale presentato dal Presidente del Consiglio poche ore fa. In tutta Italia infatti sono state chiuse le scuole e tutti i luoghi d’arte.

Il Ministero dei trasporti ha inoltre chiesto a tutti i turisti italiani che sono ancora nelle zone chiuse stabilite dal decreto, di rientrare e di limitare i propri viaggi al minimo necessario. In una nota, il Mit ha infatti dichiarato che “Poiché gli aeroporti e le stazioni ferroviarie rimangono aperti, i turisti potranno recarvisi per prendere l’aereo o il treno e fare rientro nelle proprie case”. Il Ministero dei trasporti ha poi ribadito nuovamente che nei luoghi che sono interessati dal decreto, bisogna necessariamente evitare tutti gli spostamenti di natura ludica e turistica. Questo mentre nel resto d’Italia, i turisti devono osservare tutte le regole di prevenzione emanate dall’Istituto Superiore della Sanità. 

Coronavirus: tutte le difficoltà del settore turistico

L’unica cosa certa, è che questo nuovo decreto danneggia economicamente il settore turistico. D’altronde, il presidente della ConfCommercio di Rimini, che si trova anch’egli a vivere in una città che ha sempre vissuto di turismo, ha chiesto che per imprenditori e ristoratori sia dichiarato lo stato di calamità. Ivana Jelic è la presidente della Fiavet, la Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo. Nel commentare la situazione in cui versa il suo settore ha dichiarato che “E’ necessario che chi si trova nelle località di soggiorno, di vacanza, rientri nelle proprie abitazioni. Non è il momento di fare colpi di testa o agire con leggerezza: ci sarà tempo e modo per l’ultima sciata o per l’escursione non necessaria. Tutta la cittadinanza è chiamata a fare uno sforzo”.

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Photo by KENA BETANCUR/AFP via Getty Images)

La Jelic ha poi spiegato come il settore turistico stia venendo totalmente stritolato dall’epidemia coronavirus. I danni economici risultano al momento incalcolabili e bisogna anche fare i conti con una situazione che peggiora di giorno in giorno. Ma ribadisce comunque che si è arrivati a un punto di emergenza, in cui il dovere civico viene prima dell’aspetto economico.

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Condivide le sue preoccupazioni anche Marina Lalli, vicepresidente di Federturismo Confindustria. La Lalli, nel sottolineare la gravità del momento per chi lavora nel settore, ha dichiarato che “Non c’è flusso di cassa, ci sono solo costi, la preoccupazione è ormai come pagare gli stipendi. Ma ora è chiaro che la priorità è ascoltare ciò che ci viene imposto da governo e Protezione civile. Quando avremo fatto tutti la nostra parte, potremo anche chiedere, come aziende, un aiuto indispensabile”

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