Coronavirus, Attilio Fontana: “In Lombardia temiamo il peggio”

Dopo aver nominato Guido Bertolaso come consulente della Regione all’emergenza coronavirus, il governatore della Lombardia esce dalla quarantena ma si dice preoccupatissimo.

“Siamo agli sgoccioli”

Attilio Fontana, governatore della Lombardia (Photo credit MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

“Abbiamo fatto tutto quello che era possibile per creare altri posti letto in terapia intensiva ma ormai siamo agli sgoccioli, purtroppo siamo costretti a temere il peggio”. Lo dice il governatore della Lombardia Attilio Fontana che finalmente ieri è potuto tornare a casa dopo essere rimasto in quarantena volontaria nel Palazzo della Regione perché una delle sue collaboratrici domestiche era risultata positiva al coronavirus.

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Percezioni sbagliate

“Ho riscontrato molte discussioni in tv e sui giornalidice Fontana in un’intervista a Repubblicada parte di chi secondo me non ha una chiara percezione di quello che sta accadendo a Milano e in Lombardia. La situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce in modo molto pesante. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva: l’assessore alla sanità Gallera mi dice che sono ormai poche decine. Per questo noi avevamo fatto alla Protezione civile una proposta che ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori e noi avremmo allestito locali locali approntati come un reparto ospedaliero. So che i lavori in Fiera vanno avanti anche se i ventilatori non si trovano e i medici mancano”.

La nomina di Bertolaso

“Anche se con lui in passato ci sono state polemiche mi fido – prosegue il governatore – ha contatti importanti in tutto il mondo e ci aiuterà a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive. Non è mia intenzione fare politica su questo argomento né con il governo, né con la Protezione civile ma qui non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio. C’è bisogno di grande centro di rianimazione. Il 10% dei contagiati soffre di una gravissima polmonite e senza rianimazione e respirazione assistita per non meno di dodici giorni non se ne esce. In due settimane abbiamo creati 300 posti letto in più oltre ai 650 che già c’erano ma pensiamo ne possano servire molti di più”.

La solidarietà di Angela Merkel

Il cancelliere tedesco si è offerta di aiutare la Lombardia: “Se sarà necessario e se lo farà la ringrazierò per tutta la vita. Qui siamo in prima linea. Non è escluso che quello che stiamo approntando noi un domani possa servire ad altri. Se Xi Jingping che parla poco e non parla a vanvera dice che per la Cina il coronavirus ha rappresentato la più grave emergenza sanitaria, e qui da noi sta avendo gli stessi effetti, io mi preoccupo”.

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Milano, Stazione Centrale (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Fine della quarantena

Per quattordici giorni ha vissuto in una depandance sopra il suo ufficio nel palazzo della Regione senza mai tornare a casa: È stato strano stare qui, da solo, in uno spazio così grande. Ma alla fine sono riuscito sia a lavorare che a riposare. Sono stato invaso dal cibo che mi hanno mandato amici, famigliari, sindaci…. polpette, lasagne, torte. Le telefonate sono state migliaia. Ma finalmente adesso mi posso godere una mattinata quasi normale a casa mia”.

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