Entro fine mese potrebbero mancare le terapie intensive, rischio altissimo

Entro la fine del mese il numero dei posti letto nelle terapie intensive italiane dovrebbe salire a circa 6100 unità con un incremento di circa il 20 per cento del totale. E non sono sufficienti quelle che esistono.

La terapia intensiva salva la vita. I casi più gravi di contagio da Covid-19 necessitano di essere aiutati a respirare, altrimenti è la fine. Ed è allarme perchè entro la fine del mese il numero dei posti letto nelle terapie intensive italiane dovrebbe salire a circa 6100 unità con un incremento di circa il 20 per cento del totale. E non sono sufficienti quelle che esistono. Un italiano su dieci contagiato, peggiora, e senza terapia intensiva non potrebbe mai superare l’infezione. I ventilatorimacchine per la respirazione artificiale e sistemi di isolamento biologico sono la linea di difesa più efficace contro il virus.

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Stando ai dati della Protezione civile un italiano ogni dieci italiani infettati dal virus finisce poi con lo sviluppare infezioni gravi dell’apparato respiratorio tale da metterne a rischio la sopravvivenza. Per questo è necessario ricorrere a questo particolare tipo di terapia, a cui, e lo dimostrano anche i casi di cronaca come per esempio quello del paziente 1 di Lodi, occorre sottoporsi per periodi di tempo anche molto lunghi. Al primo posto negli interventi previsti dal nuovo decreto di spesa del governo c’è il potenziamento dei servizi di terapia intensiva. Prima dell’inizio della crisi, secondo i dati del Prontuario statistico nazionale, in Italia c’erano 5090 posti letto in totale tra strutture pubbliche e private con un rapporto di 12 a 1 in favore del Servizio Pubblico. Ora, secondo la circolare emanata dal Ministero della Salute lo scorso 4 marzo, il numero dei posti letto dei reparti di terapia intensiva negli ospedali aumenta del 50 per cento, ovvero di altri 2500 unità circa. Almeno 1210 nuovi posti dovrebbero essere disponibili già a partire dalla fine del mese con diverse regioni che hanno già completato una prima fase di potenziamento. Come la Lombardia, che è passata da circa 900 a 1067 nell’arco di poche settimane, o come l’Emilia Romagna che ha allestito già altri 211 posti di terapia intensiva portando il totale dei letti disponibili a circa 650.

 

 

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