Coronavirus, rischio nuova epidemia nelle prime zone rosse

Emergenza coronavirus nelle zone più attenzionate. Parla Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa: “Il rischio di un ritorno dell’epidemia esiste, ed è alto”.

Coronavirus contagi vo'euganeo
(Foto da Getty Images)

L’emergenza coronavirus sembra persistere anche nelle zone ad alto contagio che oggi, dopo una dura chiusura, sembrano fuori pericolo. E’ Luigi Lopalco ad ammonire: è necessario non abbassare la guardia. Lopalco è professore di Igiene all’Università di Pisa e responsabile epidemiologia nella task force per l’emergenza coronavirus in Puglia. E aggiunge: “Il rischio di un ritorno dell’epidemia di Covid-19, anche dopo un periodo di assenza di nuovi casi come per il comune di Vò Euganeo, esiste, ed è alto“.

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Sono parole che pesano e preoccupano ancor di più, alla luce di quanto avvenuto ieri. Proprio ieri notte è stato registrato un nuovo caso di contagio a Vo’ Euganeo.  La cittadina ha rappresentato primo focolaio di coronavirus in Veneto. Da giorni stava crescendo la speranza di aver spento il focolaio. Il bilancio segnava zero. Poi un nuovo contagio. Dal report della Regione, i positivi nella cittadina padovana sono così 83. Padova – escluso Vo’ – è la provincia con più casi (943, +42 rispetto a ieri), seguita da Verona (784, +66) e Treviso (719, +49).

Luigi Lopalco commenta anche questo dato: “La segnalazione di un nuovo caso, dopo giorni di assenza, potrebbe essere legata ai movimenti o al peso degli asintomatici“.

Provvedimenti più duri per il Nord Italia

Coronavirus contagi vo'euganeo
(Foto di Emanuele Cremaschi, da Getty Images)

Ogni sforzo è dispiegato per evitare questo scenario. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha firmato un’ordinanza che applica un’ulteriore stretta. Chiusi parchi e giardini pubblici all’aperto. L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi nei centri urbani è soggetto alle limitazioni per le motivazioni ammesse dal Dpcm e con l’autodichiarazione. Per le altre uscite necessarie è vietato superare i 200 metri dall’abitazione.

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Intanto in Lombardia, e più in particolare a Milano, verranno impiegate 114 unità di militari dell’Esercito italiano. Lo fa sapere la Prefettura di Milano. Sono le indicazioni del ministero dell’Interno che accolgono, almeno in parte, le richieste del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana. Le unità militari controlleranno l’adesione alle misure di contenimento del virus COVID-19.

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