Alessandro Benetton: “Fermiamo le Borse, ora è peggio che al casinò”

Il fondatore e presidente di 21 Invest vuole lo stop dei mercati azionari per un mese. “Se non faremo nulla, le aziende italiane verranno saccheggiate”, ha dichiarato Benetton.

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I problemi creati dal Coronavirus non riguardano solo la salute dei cittadini italiani. Oltre al sistema sanitario del nostro Paese, infatti, c’è da fare i conti con una serie di problematiche che, di rimbalzo, colpiranno il sistema economico nazionale. O addirittura, in alcuni casi il deficit sta già iniziando a colpire. Ecco allora che gli industriali, in particolare quelli con società quotate in Borsa, chiedono un intervento mirato e soprattutto rapido. Questo è il caso di Alessandro Benetton, protagonista di un’intervista presente stamani su La Stampa.

Alessando Benetton ha fatto capire che sarebbe il caso di fermare le contrattazioni nei mercati azionari. Anche perchè, andando avanti così le cose, si rischia che il tracollo prosegua. Quindi bisogna fermare tutto finchè siamo in tempo, secondo il fondatore e presidente di 21 Invest. “Un mese di stop alle contrattazioni in tutte le Borse – questa la richiesta di Benetton – . Penso che i governi nazionali europei e il London stock exchange dovrebbero di concerto sospendere le Borse. Forse basta un mese, il tempo necessario a superare l’onda di piena del virus. E magari contagiamo anche Wall Street“.

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Milano e le altre Borse europee stanno vivendo un periodo difficile – meteoweek.com

Mi auguro che la sospensione del Patto di stabilità da parte dell’Ue sia l’inizio di una risposta forte dell’Europa – prosegue Alessandro Benetton nella sua analisi – . Se non facciamo nulla, e consentiamo il tracollo quotidiano, ci troveremo in particolare le aziende italiane saccheggiate e rilevate per valori risibili. Saranno boccheggianti perché prive di finanza. Dobbiamo fermare l’emorragia, dicendo che le Borse non possono oggi rappresentare i valori autentici. Il virus ci interroga ma dobbiamo arrestarne gli effetti più deleteri. Anche in Borsa: tenerla aperta equivale a giocare al casinò“.

Alessandro Benetton, dunque, fa capire che non è il caso di sottovalutare la situazione. Anche perchè è la prima volta che l’economia mondiale viene messa in ginocchio da un virus che, almeno per il momento, non accenna a placarsi. “Qe e politica monetaria espansionistica non sono la cura, piuttosto un farmaco placebo. Le banche centrali rispondono con vecchie munizioni a una insidia senza precedenti. Non possono fare altrimenti. Ma siamo appena agli inizi di una inedita crisi finanziaria, che può generare un terremoto economico. Nelle aziende tutti stiamo facendo piani che sappiamo domani dovremo cambiare“.

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