Coronavirus, nuovo decreto del governo: ecco quali imprese dovranno chiudere

Il nuovo decreto del governo che entrerà in vigore a partire da domani, prevede la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali. 

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(Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Nella giornata di ieri, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con un messaggio rivolto alla nazione, ha anticipato le disposizioni contenute nel nuovo decreto, che entreranno in vigore a partire da domani 23 marzo. Nonostante infatti il testo non sia ancora disponibile, nel suo discorso Conte ha comunque spiegato che si procederà alla chiusura totale delle attività commerciali e produttive non essenziali. Queste, sono state individuate anche attraverso un confronto con i sindacati e gli industriali. 

La decisione presa dal premier è quella di chiudere tutte le attività produttive non essenziali. Questo comporta che le fabbriche e le industrie e i negozi che non forniscono beni essenziali o strategici all’interesse del paese, da domani dovranno necessariamente interrompere la loro attività. Tutti gli uffici e gli studi professionali a cui erano stato concesso di proseguire nel loro lavoro, da domani dovranno chiudere. Stesso discorso vale per il settore dell’artigianato e dell’abbigliamento, che seppur con alcune limitazioni, non avevano interrotto la loro attività commerciale. 

Quali attività commerciali saranno costrette a chiudere

A partire dunque da domani dovranno essere chiuse tutte le attività di commercio al dettaglio ( con l’eccezione della vendita di generi alimentari), tutte le attività commerciali che riguardano i servizi alla persona ( parrucchieri, barbieri, estetisti), tutte le attività inerenti alla ristorazione ( bar, pub, gelaterie, pasticcerie), tutti gli studi professionali e commerciali, tutte le strutture ricettive compresi residence e alloggi turistici, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, i comprensori sciistici. Sono inoltre sospese le attività svolte dalla Pubblica Amministrazione sia in sede che negli uffici decentrati.

Quali sono invece le imprese e i settori che potranno continuare a restare aperti

Potranno invece continuare la loro produzione i settori alimentari, farmaceutici, biomedicale, e quello dei trasporti. Anche le filiere agro-alimentari e zootecniche potranno continuare la loro attività. Per quanto riguarda invece il settore tessile, possono restare aperti soltanto quei comparti che producono indumenti destinati ad uso lavorativo.

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(Photo by ARIS OIKONOMOU/AFP via Getty Images)

Non verranno interrotte nemmeno le filiere di produzione di gomme, prodotti chimici e materie plastiche. Stesso discorso per la raffinerie petrolifere e le industrie che che si occupano di fabbricare carta. Restano fuori dal decreto anche le attività legate alla produzione di forniture mediche e quelle legate all’idraulica e all’installazione di impianti elettrici e di riscaldamento. Resteranno aperte anche le attività che riguardano la gestione fognaria e la raccolta dei rifiuti. Anche banche, poste, assicurazioni potranno rimanere aperte.

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Da quello che si apprende ai servizi di cura veterinaria, call center e servizi di vigilanza privata sarà concesso di continuare nella loro attività. Così come edicole e tabacchi, che potranno continuare a restare aperti.

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