Genova: il coronavirus non rallenta la crescita del ponte della speranza

Nonostante qualche sospensione da parte di aziende appaltatrici che si sono trovate sotto organico per l’emergenza sanitaria, il ponte della Valpolcevera continua a crescere.

Ultimi dettagli per completare i segmenti di 100 metri del ponte progettato da Renzo Piano (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Si lavora sul ponte

Pare che i tempi siano addirittura leggermente in anticipo punto è così, oggi, domenica, mentre il resto del paese è completamente paralizzato in ogni sua attività sulla base del nuovo decreto Firmato dal presidente del consiglio con te, a Genova si lavora alacremente.

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L’ultimo varo

Nonostante si tratti di un blocco di 100 metri del nuovo viadotto sul Polcevera, lo continuano a chiamare vero. Un po’ perché la struttura nasce alla Fincantieri e un po’ perché a questo termine i genovesi sono ovviamente legati. Qui, a pochi chilometri di distanza da quello che sarà il nuovo ponte, sono nate alcune delle navi più belle del mondo: e, negli ultimi anni, qui sono state messe in mare le più importanti piattaforme petrolifere attualmente in attività. Quindi si tratta a tutti gli effetti di un varo.

Cento metri, 1880 tonnellate

Il programma prevede lo spostamento di quest’ultimo impalcato da 100 metri di lunghezza che è stato completato persino con qualche giorno d’anticipo rispetto alle previsioni nei cantieri del Levante. Si tratta del blocco che verrà posizionato tra le pile 10 e 11. La struttura, del peso di 1880 tonnellate, è stata assemblata nel corso degli ultimi giorni e tutto, ormai, è pronto per issarla in quota. Qui, però, l’operazione è un po’ più complessa rispetto alle altre.

A cavallo della ferrovia

Il blocco precedente, montato tra le pile 09 e 10, era rimasto al di qua della linea ferroviaria mentre questo secondo blocco dovrei essere spostato proprio a cavallo delle rotaie che collegano Genova all’entroterra. Le operazioni, tuttavia, non cambieranno anche perché fino a oggi tutto è andato nel modo migliore punto. Si utilizzeranno i carrelli semoventi radiocomandati e, per il varo vero e proprio, gli strand jack, dei potentissimi martinetti idraulici che caricheranno l’impalcato a una velocità di 5 metri all’ora fino al completamento dell’operazione.

Uno dei giunti tra le pile (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Treni bloccati

Anche in questo caso sarà necessario bloccare il traffico ferroviario che serve la tratta verso Acqui Terme e quella che dalla Valpolcevera sale verso Arquata Scrivia e Novi Ligure. Dopo questa operazione che verrà effettuata nonostante qualche squadra di operai in meno per via dell’emergenza coronavirus, resteranno solo i “dettagli”. Un impalcato, quasi pronto di altri 250 metri e alcune bretelle che serviranno a collegare il ponte a Levante e P ponente. La scadenza del 21 giugno verrà rispettata.

Una doccia di calcestruzzo da record

Quando tutto il nastro sarà finalmente posizionato sulle varie campate arriverà il momento del getto di calcestruzzo, Un’altra operazione che farà storia. Tutte le squadre, infatti impasteranno e stenderanno la bellezza di 8500 cubi di calcestruzzo in un cantiere costante e continuo che, 24 ore su 24 e per i successivi sette giorni, diventerà la soletta del nuovo ponte.

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Il nuovo ponte sul Polcevera illuminato da un laser tricolore

Che l’inse

Tuttavia neanche qui l’emergenza coronavirus e l’incredibile lavoro che si sta facendo al San Martino e negli altri ospedali della Liguria, una delle regioni con il più alto numero di anziani residenti, è passata inosservata. Venerdì notte tutto il ponte è stato illuminato da un fascio di luce tricolore e i genovesi, schivi ed essenziali come loro costume, si sono limitati a fotografare e postare la foto sui social con una frase che a Genova ha un grande significato. “Che l’inse”, cominciamo.

La frase “Che l’inse?”, con il punto interrogativo, fu pronuniciata dal Balilla, Giovan Battista Perasso. La urlò agli austriaci scagliando una pietra e scatenando i moti rivoluzionari del 1746. Non è un caso che tutte le donazioni per San Martino, Gaslini e Protezione Civile riportino due frasi che trasudano DNA genovese: Che l’inse, per l’appunto e ‘n scitu duve a l’ûn-a a se mustra nûa, un posto dove la luna si mostra nuda… celebre verso di Crêuza de Mä di De André

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