Una ricerca svela: “Coronavirus era in Lombardia dal 1 gennaio”

“Il coronavirus ha cominciato a circolare in Lombardia dal primo gennaio e ha continuato a farlo in modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno”. Uno studio condotto da 14 istituti di ricerca apre nuovi scenari

Duomo di Milano (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Secondo quanto emerge dall’analisi pubblicata sul sito ArXiv e condotta da 14 centri di ricerca sul coronavirus, l’epidemia in Italia sarebbe rimasta sconosciuta per settimane. Il covid-19 sarebbe circolato in Lombardia dal primo gennaio e avrebbe continuato a farlo in modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno. “L’epidemia sconosciuta in Italia”, ha scritto oggi la rivista Nature, commentando e allegando la ricerca sul suo sito.

“L’epidemia coronavirus in Lombardia è cominciata molto prima del 20 febbraio 2020. Al momento dell’identificazione del primo caso di Covid-19 si era già diffusa in molti comuni della Lombardia meridionale”, si legge nell’articolo. Gli autori della ricerca hanno ricostruito l’origine dell’epidemia analizzando i dati relativi a 5.830 casi confermati nei laboratori della Lombardia, per i quali erano stati riportati anche i dati relativi alla comparsa dei sintomi.

Quindi si è proceduto a ritroso, ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo. Sono stati individuati così i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio. Due giorni più tardi, il 20 marzo, l’epidemia è uscita allo scoperto, con l’identificazione del paziente 1 a Codogno.

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Coronavirus Codogno
Coronavirus Codogno (GettyImages)

Il fisico Parisi: “Lavoro estremamente interessante”

“È un lavoro estremamente interessante che ricostruisce la preistoria del coronavirus in Italia, dati che possono indurci ad ulteriori analisi”. Il commento è del fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. Dalla ricerca, ha proseguito, emerge inoltre che all’ inizio i casi sintomatici erano l’80%, contro il 5% di asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi così leggeri da non dare la sicurezza dell’infezione. “Da qui possiamo trovare ulteriori elementi, lo studio ci riporta alle origini del covid nel nostro paese. E’ un bene che avvengano queste ricerche”.

Sempre secondo quanto appurato dai ricercatori, inizialmente il tasso di riproduzione è stato di 3,1, vale a dire che ogni persona con l’infezione poteva contagiarne 3,1. La proiezione ha cominciato a decrescere dopo il 20 febbraio. Nella fase iniziale, inoltre, l’epidemia si è diffusa in modo esponenziale, con un raddoppio dei casi in media ogni tre giorni a Bergamo (3,5 giorni), Codogno (3,4 casi) e Cremona (2,6).

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