Coronavirus, previsioni dell’ex direttore dell’Economist: “La crisi sarà devastante”

L’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott, fa il punto della situazione sulla crisi che sta travolgendo l’Europa e, in definitiva, il mondo intero. In un’intervista a Fanpage esprime le sue considerazioni su una “crisi che sarà devastante”.

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Bill Emmott (da Wikipedia)

L’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott, esprime le proprie preoccupazioni e proiezioni sulla crisi globale, e sul futuro dell’Europa. Sembra che la linea guida della posizione di Emmott sia una: andrà male, malissimo, e poi la situazione potrà migliorare. Questo a patto che ora ci si muova in maniera adeguata. Per questo è obbligatorio ponderare le mosse delle prossime settimane con la massima attenzione, a livello sanitario, economico, politico e sociale.

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Soprattutto per evitare che la realtà bussi alla nostra porta e ci colga impreparati, come è successo al primo ministro inglese Boris Johnson. “Penso che in questi dieci giorni sia successo che la realtà abbia bussato alla porta del governo e dei suoi consulenti, spazzando via la teoria, in favore di decisioni più pratiche”. E secondo Emmott cosa ci suggerisce il confronto con la realtà?

Le misure sanitarie per gestire il contagio

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(Foto di Alex Davidson, da Getty Images)

Emmott aggiunge, commentando l’emergenza sanitaria: “La realtà ha picchiato duro, mostrandoci sia cosa stava succedendo in Italia, sia la pressione che un numero limitato di casi hanno già generato sul sistema sanitario britannico. Da qui, evidentemente, la saggia decisione di cambiare approccio da parte di Boris Johnson”. Il temporeggiamento nel prendere decisioni drastiche, la negligenza, il negazionismo, la minimizzazione faranno, prima o poi, i conti con i morti e i contagi.

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Il punto, quindi, è accorgersi in tempo di ciò che accade e farsi trovare pronti. E a proposito del sistema sanitario, aggiunge: “Oggi come oggi, il sistema sanitario britannico ha la capacità di gestire i casi che ha di fronte, ma sappiamo benissimo che alcune parti del Paese, se l’epidemia va avanti, entreranno presto in crisi. Così come è andata in crisi Bergamo, così come è andata in crisi Madrid, così come sta entrando in crisi New York City”. E aggiunge anche che la forza del contagio soverchierebbe anche i sistemi sanitari più solidi e all’avanguardia, come quello londinese ad esempio. “Al netto di Londra, tutti dovrebbero avere paura, oggi nel Regno Unito. Anzi, la dico meglio: tutti dovrebbero aver paura in Occidente“. Questo perché: “Nessuno dei sistemi sanitari occidentali è pronto per affrontare un’epidemia di Coronavirus. Grazie all’Italia sappiamo cosa serve: speriamo di arrivare in tempo”.

Cosa accadrà alla politica dell’Occidente?

Emmott si esprime anche sulle possibili evoluzioni politiche che questa gigantesca crisi potrà provocare. Alcuni parlano di protezionismo, nazionalismo, chiusura totale delle frontiere e radicale rimessa in discussione della globalizzazione. Emmott afferma: “Non sono super pessimista: non credo che si rialzeranno tutti i confini e non credo ricompariranno tariffe e dogane, ma credo che le limitazioni alla libertà di movimento di persone e beni rimarranno“.

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Secondo l’ex direttore dell’Economist è un passaggio inevitabile, causato da un rinnovato istinto di precauzione. “A nessun leader politico sarà mai imputato il fatto di essere troppo prudente di fronte alla minaccia del virus. E questo porterà tutti i leader, anche i più aperti e progressisti, a esercitare la virtù della prudenza. Abbiamo un grande istinto di precauzione che è entrato in politico ed è qui per rimanerci“.

Cosa accadrà all’economia europea?

Emmott non lascia adito a nessun dubbio: una crisi economica è ormai certa. Secondo Emmott quella che al momento è una crisi sanitaria, diventerà a breve una crisi economica dalla portata gigantesca. “La crisi economica si manifesterà presto in tutta la sua potenza e porterà a una deciso crollo della ricchezza delle nazioni. Il rischio vero è un circolo vizioso che travolga tutto, come nel 1929. Come ha detto Mario Draghi, dobbiamo evitarlo in tutti i modi”.

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E sono diverse le misure sul tavolo per evitare un collasso dell’economia. L’Unione Europea ha in mano diversi strumenti per combattere la crisi finanziaria. Nello specifico: “Personalmente penso che i Coronabond siano una buona idea. Non penso siano necessari al 100%. Ma penso che aver coordinato stimoli fiscali e aiuti di emergenza per salvare imprese e posti di lavoro e far ripartire la domanda”.

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