Aiuti all’Italia, gelo dalla Von der Leyen “La Germania ha ragione a frenare”

Conte e altri paesi europei spingono per i coronabond come unica e unitaria cura per salvare l’economia del vecchio continente, ma la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen tergiversa e appoggia più le proposte tedesche che quelle italiane. Il nostro governo non ci sta a farsi prendere in giro.

Non c’è solo una guerra al coronavirus in corso. Ma c’è anche una battaglia per rendere l’Europa un continente unito, ma sul serio. Niente divisioni, niente egoismi, niente conflitti di interessi: bisogna lottare tutti insieme contro un nemico comune. Il premier Conte lo ribadisce ormai da tempo, ma dai piani alti dell’Unione Europea sembrano fare orecchi da mercanti. E, quel che è peggio, da una parte lanciano slogan del tipo “siamo tutti italiani” e dall’altra definiscono “slogan” le proposte di Conte e i suoi omologhi di mezza Europa in materia coronabond. Ma andiamo per ordine.

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Cosa sono i coronabond

Sono, per ora solo sulla carta, un meccanismo solidale di distribuzione dei debiti tra gli Stati dell’eurozona, attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico degli stessi. In pratica: uno Stato membro chiede soldi in prestito per poter finanziare le proprie opere di intervento, le classiche come sanità, infrastrutture, spese militari, e quelle straordinarie, dunque non preventivate, com’è appunto il caso dell’emergenza coronavirus. Il debito viene spartito tra tutti gli Stati membri. Ed è per questo che la Germania, che è considerata al di sopra delle parti, peri i suoi conti in ordine, rispetto a Paesi come l’Italia e più in generale i Paesi del Sud dell’Europa, ancora una volta frena su questo progetto.

L’utilità dei coronabond

Nell’emergenza coronavirus i coronabond verrebbero emessi per aiutare i Paesi che hanno una capacità di spesa ridotta e aiutarli a far fronte alle ingenti uscite di denaro legate alla diffusione dell’epidemia, soprattutto nel campo sanitario, spese per ospedali, macchinari per la terapia intensiva, mascherine, ventilatori, guanti, ricerca scientifica, etc. Ma anche in quello economico: una volta finito il blocco che sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo dell’Italia e di altri Paesi dell’eurozona saranno infatti necessari interventi importanti per il rilancio.

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l’Ue non ci vuole sentire

La realtà è che la Commissione europea non sta pianificando l’emissione di bond per raccogliere miliardi da destinare all’emergenza del coronavirus. La presidente della Commissione lo ha detto in un’intervista all’agenzia di stampa tedesca Dpa, che riferisce: “Ci sono limiti legali molto chiari, non c’è il progetto. Non stiamo lavorando a questo. Von der Leyen dice anche che “il termine corona bond è attualmente uno slogan. Dietro ad essa c’è la questione più grande delle garanzie. E qui le riserve in Germania, ma anche in altri Paesi, sono giustificate”. Parole che hanno fatto infuriare Conte che nella conferenza stampa del 28 marzo ha replicato seccamente: “il compito della proposta sugli eurobond non è rimesso alla presidente della Commissione. Le proposte le elaborerà l’Eurogruppo e ha invitato l’Europa a “dimostrare di essere all’altezza di questa chiamata della storia. È uno shock simmetrico che riguarda tutti gli Stati membri, nessuno è esente”.

Gualtieri: “Von der Leyen sbaglia”

“Le parole di Von der Leyen sono sbagliate, sia all’altezza della sfida” ha dichiarato il ministro dell’economia Gualtieri in conferenza stampa a fianco del premier Conte. Qualche minuto dopo è arrivata la replica anche del presidente del Parlamento europeo, l’italiano David Sassoli: “Penso che debba arrivare un chiarimento dalla Von der Leyen, noi in parlamento avevamo capito un’altra cosa”.

La replica della Commissione europea

In serata fonti della Commissione Ue hanno provato a spiegare il senso delle parole di von der Leyen: “Il Consiglio europeo ha chiaramente diviso i ruoli, l’Eurogruppo è al lavoro sugli eurobond e sulle soluzioni finanziarie, a noi è stato dato il compito di mettere in piedi il piano per la ricostruzione”. Insomma, tutte le ipotesi sarebbero ancora sul tavolo e la presidente non avrebbe preso le parti dei Paesi del Nord, capeggiati dalla Germania, che si oppongono a una soluzione solidale dell’emergenza coronavirus attraverso l’uso senza condizionalità del Meccanismo europeo di stabilità (il fondo salva Stati Mes) oppure attraverso l’emissione di coronabond. Scarica barile? Conte e gli italiani vogliono rispetto e verità.

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