Coronavirus, un milione di italiani sono stati contagiati dice Galli

L’infettivologo dell’ospedale “Sacco” di Milano parla del tasso di letalità del Coronavirus. “Non vengono considerati diversi infetti”, dichiara Galli.

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Massimo Galli rende noti quelli che potrebbero essere i dati reali, in merito alla diffusione del Coronavirus nel nostro Paese. Ogni giorno la Protezione Civile rende noto il proprio bollettino. Tra soggetti deceduti, nuovi casi di contagio attivo e persone che riescono a guarire, negli ultimi giorni vengono resi noti centinaia di nuovi casi di positività al Coronavirus. Tuttavia, secondo il noto infettivologo che opera presso l’ospedale “Sacco” di Milano, sono in realtà molti di più i casi di positività ai tamponi in giro per l’Italia.

E questo dato viene condiviso dal dottor Galli insieme a Federico Ricci Tersenghi. Il fisico dell’università Sapienza di Roma, così come l’infettivologo milanese, sostiene che il Coronavirus sia molto più diffuso, almeno in termini numerici, rispetto a quanto è stato reso noto. Si parla addirittura di un milione di casi da quando il Sars-Cov2 è arrivato nel nostro Paese, ovvero da quel 16 febbraio in cui è stato reso noto il primo caso in Italia. Galli e Ricci Tersenghi ne hanno parlato sulla pagina Facebook “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche“.

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Il fisico Federici Ricci Tersenghi – meteoweek.com

Durante il confronto, Galli e Ricci Tersenghi hanno parlato di questo milione di casi di positività al Coronavirus. Anche perchè uno dei dati più allarmanti, tra quelli resi noti finora, è quello relativo al tasso di letalità del Covid-19. Di fatto, se i dati della Protezione Civile fossero reali e precisi, una persona su 10 con il Coronavirus sarebbe finora deceduta. Tuttavia, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano sostiene che il numero di casi di positività sono molti di più.

È inutile dire che l’Italia ha il tasso letalità più alto del mondo – ha dichiarato Galli – In realtà ha il denominatore più sballato del mondo: manca il 90% di chi ha l’infezione. Circa un milione l’ha incontrata“. Dunque, secondo Galli ci sarebbe una diffusione decisamente più ampia del Coronavirus nel nostro Paese. Si punta il dito soprattutto sulle persone asintomatiche e che dunque non hanno eseguito il tampone.

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Galli: “Tutti su fase 2 e test sierologici anti-Coronavirus”

test sierologici continuano a essere un argomento di dibattito. Ne ha parlato Galli nel suo dialogo con Ricci Tersenghi, commentando le scelte del nostro Paese. “L’Italia ha fatto una scelta sciagurata ma obbligata perché siamo riusciti a moltiplicare i posti di terapia intensiva, ma non le linee diagnostiche. In vista della fase 2 ci troviamo ad avere una carenza di dispositivi diagnostici“. E Galli ha parlato anche dell’effetto di questi test, in particolare la messa in evidenza della presenza degli anticorpi IgG, ovvero quelli che indicano la presenza lontana un mese dell’infezione. “La loro presenza non vuol dire che il paziente è guarito, il rischio di trasmissione esiste ancora“.

E poi si parla della tanto attesa Fase 2. Durante il confronto con il fisico, Galli ha fatto capire che non si possono fare delle previsioni sul suo inizio. “Prima di programmarla bisogna mettersi al passo. Dobbiamo interrogarci sul perché l’Italia non abbia messo in piedi linee di diagnostica per passare alla fase 2, oggi prematura, ma da programmare altrimenti si rischia di spalmare la ripresa in un tempo infinito o anticipata, con il rischio di nuovi focolai“.

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