Migranti, Alarm Phone: “Sos da altre due barche, non usare Covid-19 come scusa”

Migranti, Alarm Phone comunica: ci sono altre due barche in pieno sos, 160 persone a bordo. E ammonisce: “Le autorità non reagiscono, non usare il Covid-19 come scusa”. Intanto arriva il decreto del governo sulla chiusura dei porti. 

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(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

Arriva una segnalazione nella notte ad Alarm Phone: a largo della Libia sono state individuate due imbarcazioni di migranti in difficoltà. Le due imbarcazioni contengono rispettivamente 85 e 75 persone. Tuttavia, Alarm Phone comunica: “Abbiamo perso i contatti con entrambe le imbarcazioni le autorità sono state informate ma non reagiscono adeguatamente. Non usate il Covid-19 come una scusa per lasciare morire i migranti in mare“.

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E non è l’unica segnalazione effettuata nelle ultime ore da Alarm Phone. Da poco si è conclusa una vicenda simile, riguardante un’imbarcazione che conteneva 67 migranti partiti dal Nord Africa. Lo sbarco è alla fine avvenuto a Lampedusa. Fondamentale, per portare a termine il salvataggio, l’azione di Alarm Phone, servizio di tipo telefonico per questo genere di interventi in mare aperto. A quanto pare i migranti sono riusciti a sbarcare sani e salvi.

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Tuttavia è ancora in sospeso la situazione della nave Alan Kurdi, della Ong Sea Eye a Pozzallo. La nave contiene 145 migranti a bordo e si trova nel mar Mediterraneo in attesa dell’individuazione di un porto sicuro, che potrebbe essere Pozzallo. Ma il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna sembra non voler autorizzare lo sbarco: “Nonostante siamo una città di accoglienza e lo abbiamo dimostrato a più riprese in passato ma stavolta uno sbarco in questo momento di emergenza sanitaria non possiamo accettarlo perché la salute della mia comunità viene al primo posto”. L’appello è soprattutto rivolto al governo, la richiesta è di gestire gli arrivi e qualsiasi sbarco prestando attenzione alle norme sanitarie necessarie durante un’epidemia. E infatti il sindaco aggiunge: “Si pensi a sottoporre a tamponi direttamente i migranti sulla nave prima di accettare lo sbarco. Sorprende anche il fatto che non si parla neanche di distribuzione degli stessi migranti in altre realtà portuali. Senza garanzie non consentiremo nessuno sbarco”.

Il decreto del governo: l’Italia non è più un porto sicuro

Intanto un decreto firmato ieri sera certifica: l’Italia non è più un porto sicuro. Il decreto è stato firmato proprio mentre la nave Alan Kurdi navigava a poche miglia da Linosa e Lampedusa. Il decreto è stato firmato da quattro ministri: dei Trasporti De Micheli, degli Esteri Di Maio, dell’Interno Lamorgese, della Salute Speranza. L’Italia chiude le porte ai soccorsi in mare. Il decreto recupera la Convenzione di Amburgo. Afferma: “In considerazione della situazione di emergenza connessa alla diffusione del Corona virus, dell’attuale situazione di criticità dei servizi sanitari regionali, e all’impegno straordinario svolto dai medici e da tutto il personale sanitario per l’assistenza ai pazienti Covid 19, non risulta possibile assicurare sul territorio italiano la disponibilità di tali luoghi sicuri senza compromettere la funzionalità delle strutture nazionali sanitarie logistiche e di sicurezza dedicate al contenimento della diffusione del contagio e di assistenza e cura ai pazienti Covid 19″.

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Così appare più chiaro l’ammonimento di Alarm Phone rivolto alle autorità, sul non usare il covid-19 come scusa per i respingimenti. E subito arriva il rimprovero da parte del centrodestra per il ritardo accumulato sull’uscita del decreto. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi afferma: “Con grande ritardo il Governo firma un decreto per chiudere i porti italiani, dichiarati ‘luoghi non sicuri’ per accogliere i migranti a causa dell’emergenza sanitaria. La scelta di oggi conferma che questo esecutivo è fuori tempo massimo di almeno 30 giorni“.

Ma l’emergenza, soprattutto in Sicilia, continua

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(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

Per i migranti soccorsi da navi italiane in zona Sar italiana o arrivati in imbarcazioni autonome, però, il problema rimane. E persiste l’emergenza a Lampedusa. Sono arrivati in 124 durante nella notte, con due diversi sbarchi. Questi si aggiungono ai 34 già sbarcati lunedì, ora trasferiti in quarantena. Tuttavia, con i 124 nuovi arrivati i posti nel centro di accoglienza rischiano di finire. Tanto a causa delle norme di distanziamento sociale. In 50 sono stati portati via stamattina, ma altre 60 persone sono confinate sul molto Favaloro.

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E proprio oggi arriva l’appello del sindaco Totò Martello alla ministra dell’Iterno: “Serve una ‘nave dell’accoglienza’ ormeggiata di fronte al porto di Lampedusa. In questo momento credo sia l’unica soluzione possibile per evitare che altri migranti stazionino sull’isola dove non c’è più spazio per la loro permanenza. Di certo non c’è nessun passo indietro sul tema dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani ma visti gli enormi sacrifici che la cittadinanza sta compiendo per contrastare l’emergenza Coronavirus, non possiamo usare due pesi e due misure: ci sono regole sanitarie che bisogna rispettare per proteggere la salute individuale e collettiva, sono regole che devono valere per tutti, anche per i migranti”.

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