Coronavirus | torneranno di moda i drive-in anche in Italia?

Anche il mondo del cinema italiano si trova davanti alla necessità di trovare una soluzione per ripartire nella fase 2 rispettando il distanziamento sociale. I vecchi drive-in potrebbero essere la soluzione?

Il cinema potrebbe rinascere guardando indietro ad un passato considerato archeologico? Alcuni dati sorprendenti provenienti dall’America, prima della definitiva chiusura di tutte le attività legate al mondo dello spettacolo, hanno catturato l’attenzione degli addetti ai lavori anche in Italia. Il cinema potrebbe riesumare per la fase 2 il famoso drive-in?

Coronavirus | i drive-in per la Fase 2?

Essendo quasi impossibile per le sale cinematografiche rispettare le norme che con ogni probabilità saranno imposte anche con l’inizio della fase 2 (distanziamento sociale, divieto di assembramenti, sanificazione ripetuta degli ambienti, che per i cinema vorrebbe dire dopo ogni spettacolo), alcuni stanno pensando di riesumare la vecchia idea del drive-in, simbolo degli “Happy Days” americani tra gli anni ’50 e i ’60. Se è vero che le sale cinematografiche sono state tra le prime attività a fermare le loro attività, è altrettanto verosimile che saranno fra le ultime a riprenderle. Era il 1957 quando sul litorale romano inaugurò il Metro Drive In, il più grande schermo da drive-in europeo. E adesso quella esperienza di Ostia potrebbe interessare anche ai bolognesi, la cui Cineteca è una delle istituzioni che maggiormente crede in questa direzione, almeno stando alle intenzioni del suo direttore Gian Luca Farinelli, che mette il drive-in tra le ipotesi più accreditate per la prossima estate di cinema in pizza.

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I dati americani

Quando anche in America, a causa dell’emergenza Coronavirus, le tradizionali sale cinematografiche sono state costrette a chiudere insieme a tutti gli altri luoghi di aggregazione, le famiglia statunitensi hanno pensato di uscire comunque di casa per vedere un film, rimanendo barricati nelle proprie auto. A rivelarlo è stata una ricerca del L.A. Times. Mentre Hollywood mette in pausa le sue produzioni e deve scegliere tra lo slittamento dei suoi film e la loro distribuzione anticipata in streaming, la vecchia istituzione dei cinema drive-in sembra pronta ad attraversare una nuova rinascita. Pur di fatto costituendo un assembramento, gli spettatori dei cinema drive-in rimangono infatti confinati nelle proprie vetture, evitando così le interazioni sociali. Condizione che ha favorito (quando ancora esisteva una sorta di “zona grigia” che permetteva loro di operare) il boom di presenze in questi luoghi considerati ormai obsoleti praticamente dagli anni ’50 in poi.

Cosa ne pensa l’Italia?

“Trovo la proposta di Farinelli molto interessante, oltre che legata a una magia vintage”, dichiara il regista Giorgio Diritti, anche lui bolognese (il suo ultimo film Volevo nascondermi è stato uno di quelli penalizzati dalla chiusura delle sale). “È un modo per tornare a fare comunità e fruire dei film insieme senza contravvenire alle regole e rischiare la salute”, prosegue Diritti. “Ciò che conta è non subire questa situazione, ma utilizzarla per inventarsi qualcosa di intelligente per la convivenza futura. Certo, non possiamo parlare di reale ritorno al cinema, alla sala di qualità, ma di questi tempi conta la risposta all’emergenza. E quella del drive-in è tra le più poetiche”.

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