Matteo Salvini: “Berlusconi favorevole a Mes? Non mi interessa, non è un derby”

Torna ad esprimersi il leader della Lega Matteo Salvini sulla contorta questione Mes. E a proposito della posizione di Silvio Berlusconi, che sembrerebbe favorevole al Mes, Salvini: “Il Mes non è una questione di tifoserie”.

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(Foto di Filippo Monteforte, da Getty Images)

Il leader della Lega Matteo Salvini dice la sua sulla questione Mes. Più in particolare questa volta si esprime a proposito di quella che sembrerebbe una spaccatura interna al centrodestra: “Il Mes non è una questione di tifoserie, non è un derby Milan-Inter. Non esiste un Mes senza condizioni: Berlusconi o Prodi possono dire quello che vogliono ma il Mes è stato istituito da un trattato, basta leggerlo. Se uno chiede mille miliardi di euro li deve restituire e il problema sono le condizionalità. Se accedi, questo fondo ti potrà chiedere tagli alle pensioni“. E’ quanto affermato dal leader della Lega a Radio Anch’io.

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Il leader della Lega si riferisce alle recenti parole di Silvio Berlusconi, che ha affermato: “In una condizione di assoluta emergenza, un’opposizione responsabile non fa ostruzionismo anzi si stringe intorno alle istituzioni. Ed è quello che noi stiamo facendo. Siamo critici con il governo ma non è questo il momento della polemica politica. Non bisogna demonizzare il Mes e sarebbe assurdo non utilizzarlo in un momento come questo“. Ma secondo Salvini ci sarebbe un tipo di accordo, all’interno del trattato, che non può esser modificato. Qualsiasi presunta modifica sarebbe una distorsione dei fatti. Infatti aggiunge: “L’accordo non può andare contro il trattato, che è il testo da cui discende l’accordo. Gli economisti che lo negano dicono il falso. Se io dico che la Costituzione italiana può essere cambiata dalle leggi io gli credo? Non è che se a Bruxelles dicono che esistono gli unicorni io gli credo”.

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In sostanza, la posizione degli economisti e dei leader europei non è credibile, a fronte di un trattato scritto nero su bianco, le cui condizioni sono abbastanza chiare. E le ripercussioni in caso di adesione al Mes, secondo Salvini sarebbero importanti, anche a livello di sovranità nazionale e potere autodecisionale. Il leader prosegue: “Non voglio che qualcuno non eletto fuori di Italia dica quando devo andare in pensione. Non vorrei che ci fosse il tentativo di qualcuno di garantire alla speculazioni straniere le aziende sane rimaste in Italia. Ci vogliamo vincolare mani e piedi”. La proposta del leader del Carroccio sarebbe quindi l’emissione di buoni del Tesoro italiani esentasse per i cittadini: “Mettigli dei vantaggi, mettili esentasse e poi chiedi agli italiani cosa preferiscono…”.

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E riguardo l’inchiesta sulla gestione dell’emergenza coronavirus nelle zone più colpite: “Il virus è partito in Lombardia Veneto: è normale che ci siano più morti lì, ma non so se ci rendiamo conto che ci sono più di 600 morti al giorno e qualcuno invece di mandare dispositivi e medici manda gli ispettori”. Per Salvini “ci sarà tempo dopo per discutere perché non è stata fatta zona rossa ma anche per capire perché non sono arrivate ad esempio le mascherine. Chi dovrà chiarire chiarirà, ma a suo tempo”. In sostanza per Salvini non è ancora il tempo delle inchieste, è il tempo della copertura sanitaria. E lo conferma anche affermando: “C’è un’emergenza in corso con centinaia di bare e c’è qualcuno che vuole commissariare la Lombardia? Che peccato non riconoscere l’enorme sforzo di medici e amministratori. E’ veramente triste… C’è qualcosa che non funziona? In genere si inizia dall’alto… E’ strano partire da Codogno, Alzano, dalle residenze per anziani: problemi ci sono ovunque”.

Anche il governo scisso sul Mes

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(Foto di Tiziana Fabi, da Getty Images)

Nel frattempo si ingrossano le fila pro-Mes. E tra i principali nomi figurano: Prodi, Zingaretti, Renzi, Speranza, Berlusconi, Bonino e tutti i ministri. Tranne i ministri M5S. E anche al di fuori del Parlamento iniziano i primi schieramenti. Confindustria e diversi presidenti di regione iniziano a premere per ricevere i miliardi necessari a costruire ospedali e comprare macchinari. Si complica quindi la radicale posizione di Conte, intenzionato a rifiutare ogni possibile adozione del Mes e a continuare la battaglia per gli Eurobond. Di Maio fa eco: “Il Mes è uno strumento antiquato”. Ma quei 37 miliardi di euro iniziano a far gola a molti che li ritengono indispensabili.

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Si oppone il capodelegazione Dem Dario Franceschini, che a quanto pare ha avuto una furiosa litigata con Di Maio e Conte durante la sua opera di convincimento sul Mes. Ora il Pd afferma: “Se la nostra sovranità sarà garantita e l’Europa ci darà dei soldi per la sanità, allora dovremo ragionare sul perché non usufruirne“, dice il segretario Pd, Nicola Zingaretti. Anzi, il segretario del Pd lancia anche un avviso a Conte: il premier non deve schiacciarsi sulla linea di Di Maio, Salvini e Meloni. E ancora il Pd: “Il vecchio Mes non lo vogliamo neanche noi ma il nuovo fondo senza condizioni perché lo dobbiamo regalare? In una situazione così complicata, un governo che nasce sulla spinta dell’Europa non può rifiutare una linea di credito tale”. In questo scenario, ancora una volta il premier Conte si ritroverà a dover mediare tra le diverse forze di governo, tra grillini intransigenti sul Mes e Pd aperto all’incasso di 37 miliardi di euro.

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