Coronavirus, tragico destino: in una settimana perde padre e marito

Il destino è stato davvero crudele con Cristina Magni, che in una sola settimana ha perso il padre e il marito e si è ritrovata da sola con una figlia di 10 anni da crescere.

Cristina Magni è un’operaia metalmeccanica che risiede nel bergamasco e che vissuto una tragedia enorme, difficile persino da raccontare. In sole due settimane infatti, ha perso sia il marito che il padre. Due lutti impossibili da accettare, considerato anche che adesso è rimasta da sola con una figlia di 10 anni da crescere. Al Corriere della Sera la donna ha deciso di raccontare la sua tragedia. Il suo incubo ha avuto inizio il 2 Marzo quando il padre, che di professione faceva l’idraulico, si è sentito male nel loro appartamento. A quel punto è stato trasportato subito in ospedale ed è stato immediatamente ricoverato in terapia semintensiva.

Cristina Magni: “hanno dovuto lasciar morire mio papà”

Cristina al Corriere ha raccontato che “gli hanno messo subito la maschera dell’ossigeno perché ne aveva proprio bisogno. Sono riuscita anche ad andare a trovarlo tre giorni dopo.Gli ho promesso “papà torno alle 10 per fare la notte”. Cristina però spiega che a un certo punto l’anestesista l’ha presa da parte per dirle che non potevano ricoverare suo padre in terapia intensiva: “ è brutto da dire ma hanno dovuto lasciar morire mio papà, me l’ha detto chiaro l’anestesista: signora, ci spiace ma non possiamo metterlo in terapia intensiva perché dobbiamo fare posto ai più giovani. Quella sera lui continuava a dirmi Cristina non respiro, non ce la faccio, non respiro…”.  E poi “alle nove mi hanno chiamato per dirmi che non ce l’aveva fatta…Ma almeno a lui sono riuscita a dire ti voglio bene”.

Già perché il marito di Cristina era Claudio Polzoni, un carabiniere di 46 anni in servizio presso il Comando Provinciale di Bergamo. Mentre infatti si trovava a vivere il lutto del padre, il marito ha iniziato improvvisamente a stare male. Cristina racconta che “ha iniziato con una piccola febbre, alla quale lì per lì non abbiamo dato molto peso. Poi il peggioramento e quel respiro… Ho chiamato subito il pronto soccorso, il medico ha voluto sentire mio marito ma ha deciso che poteva rimanere a casa e così abbiamo fatto senza tanto discutere”. Ma Polzoni è continuato a peggiorare fino a quando la moglie ha chiamato l’ospedale e si è finalmente deciso di mandare un’ambulanza a prenderlo. Il marito ha salutato Claudia mentre veniva messo sulla barella, e di certo lei non poteva immaginare che quello fosse un addio. 

Infatti, dopo essere stato trasportato all’ospedale di San Donato Milanese Polzoni è stato subito ricoverato in terapia intensiva. Cristina a quel punto tentava disperatamente di avere informazioni dai medici sulle condizioni di salute del marito ma nessuno le rispondeva. “Poveri anche loro – ha spiegato al giornale-, presi da una cosa così grande.” Poi per due giorni non ha avuto più notizie, fin quando non l’hanno chiamato per comunicarle la morte del marito.

Il vero dramma è stato dire alla figlia che il padre era morto

Cristina ha spiegato che la cosa più drammatica è stato comunicare la morte del padre alla figlia che “si è messa a urlare, a piangere, non lo accettava, “non ci credo” “non è possibile”. Dopo due giorni è venuto il colonnello a casa nostra e le ha confermato tutto con parole dolcissime”. 

Cristina Magni insieme al marito Claudio Polzoni e la figlia

A quel punto, il mondo le è crollato addosso, anche perché a causa della quarantena imposta dal governo, non poteva nemmeno uscire di casa per far distrarre la figlia da questa terribile tragedia. E come se non bastasse, doveva anche aspettare l’esito del tampone per sapere se anche lei era stata contagiata dal virus.

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Un incubo vero e proprio, soprattutto per la figlia che “era molto legata al papà. Lui era il buono, quello che diceva sempre sì… Ma devo dire che si sta dimostrando più forte di me, a volte è lei che mi sostiene. Ogni tanto canticchia senza pensarci i jingle come faceva con il papà, poi si accorge di me e mi chiede scusa. “Ma amore, non devi scusarti, se c’è da piangere si piange insieme”.

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