Coronavirus, Fontana: “Da 2 anni chiediamo più medici, storia mi ha dato ragione”

Coronavirus, a proposito dell’ecatombe lombarda il presidente della regione Attilio Fontana sottolinea: “Da due anni chiediamo più medici e infermieri, ma era impedito da legge nazionale”.

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(Foto di Marco Bertorello, da Getty Images)

Il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana si esprime a proposito dell’ecatombe da coronavirus nella regione. E individua le colpe: “Noi stiamo chiedendo da due anni di darci la possibilità di assumere più medici ed infermieri e quando parlavo di autonomia usavo sempre questo esempio. Purtroppo la storia mi ha dato ragione“. E’ quanto affermato da Fontana a Radio 24. “Se avessimo potuto assumere più medici e infermieri, avendo le risorse per farlo, ed essendoci invece impedito da una legge nazionale, forse avremmo potuto affrontare con meno ansia anche questo evento”.

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Ma a proposito di una riapertura regionalizzata per la fase 2 dell’emergenza coronavirus, Fontana fa marcia indietro, non opta per l’autonomia regionale. E ribadisce l’esigenza di un indirizzo unico. “La riapertura ‘regionalizzata’ credo sia una riapertura monca, zoppa che non consentirebbe un equilibrato sviluppo neanche alle regioni che aprono”, ha affermato a Radio 24. E sempre a proposito della riapertura, chiarisce la linea della regione Lombardia: “C’è una tale interconnessione tra le filiere produttive e tra le varie attività commerciali che c’è veramente il grosso rischio che faccia più danni che vantaggi una apertura a spizzichi e bocconi e a macchia di leopardo. Sono convinto che la riapertura debba avvenire quando il rischio del contagio si sia concluso o sia vicino alla conclusione su tutto il territorio. Proprio per i collegamenti che saranno necessari c’è il rischio che il contagio possa riprendere senza sapere da dove riparte. Penso sia una valutazione che debba essere fatta nella sua globalità”. E ancora: “Noi in Lombardia non è che vogliamo aprire rischiando, ho sempre detto che la riapertura deve essere subordinata alla sicurezza”.

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(Foto di Robert Hrdil, da Getty Images)

E su alcune sue presunte fughe in avanti rispetto al governo centrale: “Chi è convinto di non avere sbagliato niente è un po’ presuntuoso. Io ritengo che abbiamo fatto tutte le scelte che abbiamo ritenuto e che continuiamo a ritenere migliori. Non essendo io medico in nessun momento mi sono assunto l’ardire di decidere da solo. Valutavo le proposte che mi facevano i tecnici e con loro decidevamo. Prima di prendere ogni decisione è stata fatta una valutazione condivisa tra tutti coloro che se ne intendevano. Se fosse stata sbagliata ogni scelta, tutta la Regione Lombardia avrebbe avuto gli stessi numeri e gli stessi drammi”.

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E sulle inchieste in regione Lombardia scansa ogni tipo di accusa. I numeri di morti e contagiati nelle Rsa lombarde è altissimo: secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, in 266 residenze sanitarie assistenziali della Lombardia, tra febbraio e marzo, sono morti (su 3.045 decessi) 1.625 anziani positivi a Covid-19 o che avevano i sintomi del Coronavirus. Ma sulle Rsa Fontana commenta: “Credo proprio che non abbiamo assolutamente sbagliato niente“. Così il governatore Attilio Fontana al Tgr Lombardia. “Abbiamo fatto una scelta, l’Ats doveva controllare le condizioni delle delibera, ossia l’isolamento in singoli reparti e dipendenti dedicati esclusivamente a quei pazienti, e, sulla base delle risultanze tecniche, abbiamo portato avanti il provvedimento”. Poi la domanda: potendo tornare indietro, lo rifareste? Fontana risponde: “Certamente, in quel periodo drammatico che stavamo vivendo. Abbiamo liberato posti in ospedale“.

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