I Topi | Antonio Albanese deride la criminalità con intelligenza

La seconda stagione di I Topi, la serie televisiva diretta e interpretata da Antonio Albanese, è attualmente disponibile sulla piattaforma RaiPlay. I nuovi episodi ripartono dalla ricerca di un nuovo rifugio sotterraneo dopo la rocambolesca conclusione della precedente stagione.

È attualmente disponibile sulla piattaforma RaiPlay la seconda stagione di I Topi, la serie televisiva diretta e interpretata da Antonio Albanese. Lo show prende in giro i criminali e cerca di raccontarli per quello che sono: bestie ignoranti e involontariamente ridicole, che in nessun modo possano essere prese a modello. “Il contrario di quello che accade per altre serie sullo stesso tema, dove i criminali possono risultare come supereroi sempre vincenti”, spiega Albanese.

I Topi | la serie di Antonio Albanese

La serie di Albanese ridicolizza l’arretratezza culturale dei suoi protagonisti e ne smaschera la comica ipocrisia (anche U Stuorto, migliore amico del protagonista Sebastiano, che organizza riunioni clandestine nella cella frigorifera della sua pellicceria, nasconde un segreto: è gay). La seconda stagione comincia con una serie di problemi, piccoli e grandi. A casa di Sebastiano le cose si complicano: la zia (Clelia Piscitello) è ossessionata dalla menopausa e perseguita la povera Betta (Lorenza Indovina), infatuata del piacione Paolo (Rodolfo Corsato), igienista dentale. Mentre la figlia Carmen (Michela De Rossi) è incinta e il figlio Benni (Andrea Colombo) continua a preparare raffinati e sofisticati aperitivi nel disinteresse (e nel fastidio) generale.

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Comicità e disillusione

“Il desiderio di raccontare certi temi così delicati in maniera diversa. Sono uno spettatore e da spettatore desidero ridere con altri e non di altri. Si parla del mondo dell’illegalità, ma si dà la possibilità al pubblico di adottare uno sguardo diverso, che a volte può essere addirittura più crudele di quello a cui ci hanno abituato le serie che descrivono questo mondo con serietà e realismo. Da spettatore desideravo guardare questo tema in un altro modo”, ha dichiarato Antonio Albanese. Il suo è un personaggio sempliciotto, profondamente ignorante, che ha avuto la possibilità nel tempo di accumulare una ingente ricchezza attraverso le attività illegali. Ma il vero perno della serie è in realtà sua figlia, che frequenta una università prestigiosa di economia e con la sua laurea cercherà di ripulire i soldi sporchi della sua famiglia. Ma nonostante si senta “diversa” rispetto ai suoi famigliari più stretti, la ragazza non si nega mai a loro. Ed è questo uno degli aspetti più interessanti della serie, che descrive bene la disillusione che permea il racconto.

La cura nella scenografia

Anche se la seconda stagione straborda al di fuori di quel contesto claustrofobico fatto di cunicoli sotterranei e l’appartamento di Sebastiano non è più l’unica casa in cui entriamo, la cura per le scenografie rimane molto alta come già nei precedenti episodi. Gli arredamenti, la disposizione delle stanze, il mobilio: ogni cosa è pensata in funzione alla narrazione e ai movimenti dei personaggi all’interno dello spazio. Si tratta di un lavoro sempre percepibile e mai “accessorio”, che invece è fondamentale per lo svolgimento del racconto e per la riuscita delle gag. 

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