Fase 2, Burioni e le costosissime consulenze per la riapertura

“Back on track” è un servizio realizzato da Lifenet Healthcare e dal professor Roberto Burioni che accompagna le aziende nel processo di riapertura.

Fase 2, Burioni e le costosissime consulenze per la riapertura – meteoweek

Lifenet è una srl «focalizzata su attività ambulatoriali e ospedaliere» fondata nel 2018 da Nicola Bedin e che in questo momento di crisi (ma non troppo) collabora con il virologo Roberto Burioni al progetto Back on track, un servizio di consulenza che permette alle aziende di riaprire secondo gli obblighi di legge. Bedin e Burioni, partnership nata con l’arrivo del Covid 19, propongono da qualche settimana alle aziende italiane un pacchetto di «indicazioni e linee guida per riprendere l’attività aziendale in sicurezza rispetto al coronavirus». Le tariffe variano a seconda del servizio e del consulente scientifico prescelto dal cliente finale (oltre a Burioni, Bedin propone ai clienti altri virologi «ed esperti» un po’ meno famosi), ma l’entità dei contratti di Lifenet Healthcare è riservata. L’Espresso ha però scoperto qualche cifra significativa: Tim ha firmato con Lifenet un contratto da circa 200 mila euro, mentre quello con Snam, colonna portante del gas, può arrivare a massimali pari a 150 mila euro.

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Tim ha firmato con Lifenet un contratto da circa 200 mila euro – meteoweek

Tra i clienti molto famosi anche Ferrari per ottenere consigli su come distanziare gli operai nelle fabbriche di Maranello, ma il Cavallino rampante (la cui proprietà fa capo anche a Exor) avrebbe ottenuto da Lifenet una collaborazione del tutto gratuita. Non da Burioni, che, come risulta all’Espresso, dalla Ferrari ha ricevuto per il lavoro un cachet da 33 mila euro lordi. Non è tutto: la collaborazione con Lifenet online diventa motivo di vanto per le aziende. Ecco perché alcuni nomi sono già pubblici: si sono affidati a “Back on track” Vibram e Aci Sport, Philip Morris e Tecnogym, passando per la Pellegrini («ma a noi hanno chiesto circa 10 mila euro») fino alla Imab Group e al Gruppo Sapio. In realtà molte grandi aziende avrebbero già le capacità interne per riorganizzarsi bene per la Fase 2: il sospetto è che grossa parte sia solo una costosissima azione di marketing. 

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