George Floyd: Trump deve costruire un muro intorno alla Casa Bianca

Abbandonata l’idea di schierare l’esercito,il tycon si vede costretto a costruire un muro intorno alla Casa Bianca che resterà almeno fino al 10 giugno.

George Floyd: Trump deve costruire un muro intorno alla Casa Bianca – meteoweek

Nel decimo giorno di proteste dopo la morte di George Floyd, l’America continua a urlare e fa tanta paura al suo Presidente da convincerlo ad erigere un muro. La nuova recinzione attorno alla dimora presidenziale scatena gli utenti ma rimarrà lì almeno fino al 10 giugno. “Per mantenerne la sicurezza e – ha spiegato il Secret Service – consentire allo stesso tempo manifestazioni pacifiche”. Ma il video che mostra la recinzione è diventato virale sui social. “Vuole costruire un muro”, quello con il Messico, per “proteggere gli americani e costruisce un muro davanti alla Casa Bianca per proteggersi dagli americani”, si legge tra i commenti. “Il sogno di Trump di costruire un muro diventa realtà”, ironizzano altri ma la situazione è sull’orlo della crisi e non va sottovalutata. Gli americani sono stanchi, fiaccati dal virus, dalla rabbia e dalla paura. Il reverendo Al Sharpton ha annunciato che il 28 agosto prossimo, 57 anni dopo quella che fu guidata da Martin Luther King, ci sarà una nuova marcia per i diritti civili a Washington, precisando che in testa al corteo ci saranno i familiari di tutti gli afroamericani che sono rimasti uccisi dalla violenza della polizia. “Il 28 agosto, il 57esimo anniversario della marcia a Washington, torneremo a Washington per restaurare ed impegnarci di nuovo per quel sogno – ha detto riferendosi al discorso, ‘I have a dream’, che allora fu pronunciato da Luther King davanti al Lincoln Memorial, diventato il simbolo della lotta al razzismo -. Dobbiamo tornare e stare uniti, neri, bianchi, ispanici ed arabi nell’ombra di Lincoln e dire che è venuto il momento di fermare tutto questo”.

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La situazione in America potrebbe degenerare in qualsiasi momento – meteoweek

Non è tutto: c’è ancora grande attesa per cercare di capire cosa ne sarà dell’esercito. Settecento militari dell’82esima, inviati nella capitale, sono rientrati nella loro base a Fort Bragg, in Nord Carolina, mentre gli altri 900 dovrebbero partire entro venerdì sera. Ora c’è stato un ripensamento, forse un modo del presidente per stemperare contrasti con i generali. I soldati dovevano rappresentare un contingente di riserva, pronto ad agire in caso di emergenza. Siamo dunque arrivati a questo? A Washington rimangono, peraltro, 2mila elementi della Guardia Nazionale, un numero che dovrebbe salire ancora per bilanciare la situazione con manifestazioni che proseguiranno ancora a lungo. Intanto i poliziotti responsabili della morte di George Floyd sono attualmente in stato di arresto. A breve dovranno affrontare il processo che chiarirà le dinamiche dell’accaduto e restituirà (si spera) giustizia alla famiglia del giovane recentemente scomparso, placando gli animi e probabilmente le manifestazioni in corso. Ora non resta che attendere per scoprire come proseguirà la vicenda e come deciderà di affrontarla lo stesso Trump.

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