Infrastrutture, la ministra De Micheli: “Serve patto con l’opposizione”

La ministra De Micheli crede nel dialogo sul fronte infrastrutture: “Un patto con l’opposizione per un’Italia più veloce ed efficiente”. Le anticipazioni sul Dl semplificazione

La ministra Paola De Micheli

Semplificare, velocizzare, deburocratizzare. Il governo fa i conti con l’esigenza di dare una accelerata forte, all’Italia e al suo lavoro.  Se dici “modello Genova” pensi a tutto quello di cui forse avrebbe bisogno l’Italia per accelerare il futuro, per far girare l’economia, per investire sulla crescita, per sciogliere i nodi che tengono in ostaggio il paese. E per evitare che l’Italia possa restare ancora a lungo ostaggio di un’idea pericolosa. Paola De Micheli è da poco meno di un anno il ministro delle Infrastrutture e occupa anche dal punto di vista simbolico una posizione chiave all’interno del governo.

In un’intervista al Foglio spiega i punti chiave intorno ai quali il governo dovrà mostrare una spinta importante. Un anno dopo la caduta del Conte1, la necessità di avere un’Italia ad alta velocità, partendo proprio dal tema delle grandi opere, è diventata una necessità assoluta. “I dati che abbiamo dicono che sul traffico dei passeggeri e delle merci vi sono numeri incoraggianti che riguardano più il traffico veicolare e ferroviario che quello aereo, dove il trend è ancora negativo. Sui treni a lunga percorrenza, invece, nel mese di giugno hanno viaggiato oltre 700 mila persone, mentre sui regionali abbiamo avuto più di 14 milioni di viaggiatori. Ci sono intere filiere che come sappiamo hanno continuato a viaggiare anche nei mesi di lockdown.

Ma quello che registriamo in questi giorni è un tentativo di ritorno a una vita semi normale più veloce del previsto. Il prossimo decreto semplificazioni contribuirà a rendere più veloci molti processi decisionali. E tutto questo avverrà anche facendo tesoro delle proposte di maggioranza, come anche di alcuni spunti utili contenuti nel piano Colao sulle questioni legate alle infrastrutture. Sul codice degli appalti non sono ideologica, e penso vi sia qualcosa da migliorare, ma ciò che bisogna affinare è un’intera catena di processi”.

“Le altre opere: vi spiego perchè sono ancora ferme”

“Pensiamo alla terza corsia della Bologna-Ravenna, della Firenze-Pistoia. Tutto fermo e non a caso. Dato che i privati in questione sono gli stessi con cui sta battagliando da un anno il governo. E’ ovvio che se c’è un contenzioso con quell’azienda non si pub far finta di nulla e non si pub con una mano far partire alcuni progetti e con l’altra invece discutere se sia necessario o no procedere alla revoca della concessione con quell’azienda”. La revoca è ancora un tema in ballo? “Non essendoci ancora una soluzione definitiva è tutto ancora in ballo. E non lo è per quella che qualcuno potrebbe considerare una forma di ripicca politica. Lo è perché chi ha in concessione un bene cruciale come quello delle autostrade deve dimostrare di avere cura di quel bene come se fosse un buon padre di famiglia”.

ponte di genova

“E da questo punto di vista c’è ancora del lavoro da fare con Aspi: il governo non pub far finta che in questa storia per il concessionario non ci sia un problema di opportunità. Far finta che nulla sia successo, onestamente, non si pub”.”Il famoso nodo di Genova, fermo per le ragioni che ci dicevamo, ma le posso anticipare che a luglio andrb a riaprire il cantiere”.  E la linea C della Metropolitana di Roma, valore 2,6 miliardi di euro? “Ho sbloccato la procedura e sono disponibili le risorse per l’arrivo delle gallerie a piazza Venezia. C’è la volontà politica di proseguire velocemente, assicurando le risorse per la tempestiva realizzazione della stazione di piazza Venezia per circa mezzo miliardo di euro nell’ambito del bando per il finanziamento del trasporto rapido di massa che scade a ottobre, nonché per la prosecuzione della linea sulla base del progetto che attendiamo dal comune di Roma”.

Leggi anche –> Il Ministro Gualtieri: “Così la finanza rilancerà il Sud”

Leggi anche –> Giovanni Toti: “Genova modello europeo, Salvini pensi alla crescita del Paese”

E aggiunge: “Io penso che il piano di rilancio delle opere italiane, a prescindere da quello che sarà il destino del decreto semplificazioni, possa essere un piano su cui sia possibile e auspicabile trovare delle intese anche con le opposizioni. Io sono a disposizione anche perché credo che mai come in questa fase rendere l’Italia un posto più efficiente, più veloce e più forte sia un tema che pub mettere insieme anche forze politiche distanti l’una dall’altra. La nostra disponibilità c’è. Spero ci sia anche quella dell’opposizione. Noi siamo pronti”

Impostazioni privacy