Ruffini: “Prima di tutto tagliare le tasse alle imprese”

Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha risposto ad alcune domande sulle tasse e gli investimenti.

Ruffini intervista tasse e investimenti

Iva o Irpef, la scelta

Il Direttore Ruffini, interrogato sul taglio dell’Iva o dell’Irpef e su quale scelta farebbe se potesse attuare un taglio ha così replicato: «Non è un derby di fronte al quale dobbiamo scegliere da che parte stare. Non ci sono due curve che tifano. C’è la politica o meglio le politiche come ripeteva Andreatta e il fisco è la madre di tutte le riforme, a mio avviso. Serve una visione globale, anche se capisco che il tema aliquote Irpef sia il più sentito perché va diretto nelle tasche di tutti noi, delle imprese, delle famiglie. Non guardiamo solo al rigore, ma a tutta la partita. Non esiste un Var per la politica, ma la storia». Se potesse pero’ scegliere un primo punto al quale mettere mano: «Rimango convinto che un buon punto di partenza per giocare questa partita sia dare ordine e disboscare le leggi esistenti che vanno poi raccolte in testi unici». E ha poi aggiunto: «Quel che è ormai chiaro a tutti è che è necessario far ripartire la locomotiva. La locomotiva sono le imprese. Il taglio deve andare a loro beneficio perché creano lavoro, il lavoro produrrà i redditi e i redditi alimenteranno il consumo e i servizi».

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Come far ripartire le imprese

«I modi possibili per ottenere questo risultato sono vari. Una possibilità è tagliare il principale costo delle imprese riducendo il cuneo fiscale sul lavoro. Ma c’è anche un’altra possibilità. Prendiamo le piccole e piccolissime attività d’impresa, che sono la grande maggioranza delle partite Iva. A loro dovrebbe essere esteso il sistema di tassazione per cassa consentendo l’immediata deducibilità degli investimenti, invece di diluirla nel tempo con gli ammortamenti. Questa sorta di cash flow tax potrebbe essere un buon strumento per far ripartire gli investimenti e quindi la produzione».

Intervista Ruffini agenzia entrate

La dichiarazione dei redditi precompilata. Cosa si può fare di più?

«La complessa macchina fiscale non è la stessa di venti o dieci anni fa, ma, nonostante ciò, la strada da compiere è ancora lunga. Il “fisco di massa” ha bisogno di automatismi, deve essere un fisco automatico, ma controllabile. Il passo successivo è estendere tale modello anche a buona parte delle partite Iva: parlo di 4,4 milioni tra persone fisiche e società di persone su 5,7 partite Iva totali». ed in merito all’automatismo sopra citato, ha poi spiegato: «Ogni anno assistiamo a un calendario che slitta e si adatta alle esigenze dei cittadini e a quelle dell’erario. Ecco, forse il tema delle scadenze potrebbe essere un buon punto di partenza per il secondo capitolo della riforma fiscale. C’è un modo per uscire da questo labirinto una volta per tutte». Ha aggiunto: «Primo: la fatturazione elettronica ci fornisce già gran parte dei dati necessari per la dichiarazione Iva: potrebbe essere precompilata; nella stessa direzione andranno gli scontrini. Secondo: la tassazione per cassa, la cash flow tax cui ho accennato prima; se pienamente applicata, potrebbe cancellare alcune voci meramente contabili, come ammortamenti, rimanenze, accantonamenti, rendendo possibile una precompilata Irpef anche per i titolari di partita Iva. Terzo: una volta che il fisco può precompilare le dichiarazioni annuali Irpef delle partite Iva, potrebbe farlo anche calcolando mese per mese quanto deve incassare o restituire e quindi potrà introdurre un sistema di prelievi, compensazioni e rimborsi infrannuali, invece dei saldi e acconti annuali che creano spesso problemi di liquidità. Le dichiarazioni annuali diventerebbero dei meri documenti riepilogativi e di conguaglio finale».

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Intervista Ruffini dichiarazione redditi

Quale sarebbe la destinazione dell’attuale sistema di acconti e saldi

«Soppresso, insieme alla ritenuta d’acconto dei professionisti. Si potrebbe costruire un sistema di liquidazione periodica mensile delle imposte sui redditi agganciato all’andamento della cassa delle imprese, con l’addebito delle somme dovute sul conto corrente del contribuente, ovviamente, previa sua autorizzazione o la compensazione delle perdite nel primo periodo successivo utile. L’Agenzia potrebbe anche calcolare mese per mese quanto deve incassare e quindi potrà introdurre un sistema di prelievi mensili, invece dei saldi e acconti annuali che, come le dicevo, producono spesso problemi di liquidità». Ed in questo modo la partita Iva pagherebbe le tasse mensilmente un po’ come il dipendente… «Almeno nella percezione del contribuente sarà così. L’importante è che con questo sistema è possibile cancellare tutto il meccanismo attuale di acconti e saldi, nonché la ritenuta sui redditi di lavoro autonomo ed evitando così a monte il sorgere di crediti di imposta versata in più che il fisco dovrebbe poi rimborsare. Anche per l’erario il versamento sarebbe più continuo e non sarebbe più concentrato nelle date degli acconti e del saldo».

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