Donna azzannata in Salento mentre faceva jogging: colpa di un lupo?

Una turista è stata aggredita mentre stava facendo jogging in un villaggio turistico di Otranto, in provincia di Lecce. Stando alle prime ricostruzioni, l’artefice dell’aggressione potrebbe essere un lupo o un cane inselvatichito. 

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(Foto di Christophe Archambault, da Getty Images)

Una turista di un villaggio turistico di Otranto, in provincia di Lecce, ha raccontato di esser stata azzannata mentre faceva jogging. La donna di 47 anni avrebbe parlato di un vero e proprio lupo, ma le prime ipotesi si concentrerebbero piuttosto su un cane inselvatichito. L’aggressione sarebbe avvenuta lungo le strade interne di un villaggio turistico. Stando a quanto emerso, la donna sarebbe stata subito trasferita in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Veris Delli Ponti, Scorrano. Lì i medici le hanno medicato graffi e morsi sulla parte bassa della schiena e alle gambe, ricorrendo anche a dei punti di sutura. Si sono diretti verso l’ospedale anche i carabinieri del posto, per condurre i dovuti accertamenti sulla vicenda. Al momento l’animale non è stato ancora rintracciato: il lupo, o il cane inselvatichito, si sarebbe disperso nella pineta subito dopo l’aggressione. Non si tratterebbe, tra l’altro, di un unicum: già il 24 giugno scorso è stata segnalato un ulteriore attacco da parte di un lupo. Nella vicenda di giugno, la vittima fu addirittura una bambina. Da quel momento le forze dell’ordine si sono impegnate a sorvegliare la zona costantemente, per evitare altri incidenti. Ma oggi sarebbe arrivata l’ennesima aggressione.

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Difficile stabilire se si trattasse di un lupo o di un cane selvatico. Ma è necessario prendere atto di un dato: la Coldiretti è da tempo allarmata per il presunto aumento di lupi in Puglia. Secondo la Coldiretti, infatti, “da gennaio a settembre 2019 hanno attaccato, ferito e ucciso pecore, agnelli, mucche, vitelli, capre, suini, asini, cavalli, per un totale di 510 capi”. Ma poi la Coldiretti specifica: probabilmente non si tratta esattamente di lupi, ma di cani inselvatichiti e ibridi. “Nel giro di dieci anni si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e pastori. In Puglia sono enormi le perdite registrate in campagna causate dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11,5 milioni di euro”. Per questo è necessario prendere provvedimenti importanti, e alla svelta: “Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento è l’attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora ‘Gentile’ di Altamura o la ‘Moscia’ leccese”.

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