Omicidio Cerciello Rega, il ricordo del fratello: “Era un uomo esemplare”

Un anno fa moriva il vicebrigatiere Mario Cerciello, ucciso a Roma da due ragazzi americani. Oggi il fratello Paolo chiede l’ergastolo per i suoi assassini.

Mario Cerciello Rega - Meteoweek.com
People carry a banner bearing the photo of Carabinieri officer Mario Cerciello Rega and reading “Sempre con noi” (“ever with us”) at the end of the funeral mass at Santa Croce church in Somma Vesuviana, near Naples, on July 29, 2019

Era la notte del 26 luglio 2019. Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega era in servizio per le strade di Roma, quando si imbatte in due ragazzi americani. Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth sono due giovani di buona famiglia, che nel giro di pochi secondi si trasformano in assassini. Lee Elder infligge 11 coltellate a Cerciello, lasciandolo senza vita. Poi i due scappano. Verranno arrestati poco dopo.

Il ricordo del fratello Paolo

Da quella terribile notte è passato quasi un anno, ma vivo resta il ricordo di Mario Cerciello, da tutti descritto come un uomo leale e dedito al suo lavoro. Paolo Cerciello Rega, fratello minore della vittima, ricorda Mario con parole affettuose e commosse: “Era un uomo esemplare, il top. Ho perso mio padre a 11 anni e lui l’ha sostituito. Amava il suo lavoro, amava l’Arma dei carabinieri, la famiglia”. Ecco dunque com’era Mario Cerciello Rega, con queste parole tutta l’Italia ricorda il vicebrigadiere scomparso.
“Metteva tutto se stesso nell’aiutare le persone” – aggiunge Paolo Cerciello – “Metteva il cuore in tutto quello che faceva e amava lavorare a Roma”. E proprio nella sua amata Roma Mario Cerciello è morto, facendo il proprio dovere, fedele alla divisa fino alla fine.

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La notte del 26 luglio Paolo Cerciello Rega dormiva tranquillamente nella sua casa a Napoli. Poi il telefono squilla: da quel momento la sua vita cambia. L’interlocutore esita, non rivela subito la terribile tragedia, ma Paolo riesce a percepire che qualcosa di orribile è successo quella notte. “Non mi hanno detto immediatamente cos’era accaduto, solo che dovevo andare a Roma perché Mario era in ospedale” – ricorda Paolo – “Ho realizzato che doveva essere successo qualcosa di grave durante il viaggio”.

I due ragazzi americani sono stati catturati e trasportati al carcere Regina Coeli. Le accuse contro di loro sono pesanti: omicidio volontario in concorso. Per loro rischiano di aprirsi le porte dell’ergastolo. Ed è proprio il carcere a vita ciò che chiede Paolo Cerciello per i due assassini, l’unica punizione che potrebbe dare giustizia al fratello. “Io non ho più mio fratello, ancora non mi sembra possibile. Questi due ragazzi che lo hanno ucciso devono avere l’ergastolo” – ha affermato Paolo.
Quando, durante l’udienza di oggi, è stata presentata una registrazione della chiamata di Mario alla centrale, l’ultima della sua vita, Paolo ha trattenuto a stento le lacrime: “Mi ha fatto male ascoltare” – ha commentato con dolore.

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