Tutto sul caso Jeffrey Epstein, sesso potere e suicidi

Jeffrey Edward Epstein il magnate morto all’età di 66 anni per un apparente suicidio il 10 agosto 2019 nel carcere di New York

Epstein sesso potere e suicidi

Un finanziere, un amico di politici, imprenditori, registi, perfino di un membro della famiglia reale inglese (il principe Andrea) un uomo perfettamente inserito nei circoli più esclusivi di New York. Jeffrey Edward Epstein il magnate morto all’età di 66 anni per un apparente suicidio il 10 agosto 2019 nel carcere di New York, il Metropolitan Correctional Center, dove era detenuto in attesa di essere processato per le accuse di abusi sessuali su minori, sfruttamento della prostituzione e traffico minorile.

Jeffrey Epstein è nato il 20 gennaio 1953 a Brooklyn, New York da una famiglia umile, appartenente alla classe media americana. Epstein seppe farsi notare subito diplomandosi brillantemente alla Lafayette High School di Brooklyn all’età di 16 anni. Sebbene si iscrisse alla Cooper Union e successivamente alla New York University nei primi anni ’70, non riuscì a conseguire una laurea in nessuna delle due università. Ottenne comunque un lavoro come insegnante di fisica presso la Dalton School, una scuola situata nell’Upper East Side, nel 1974. Tuttavia, il suo impiego fu di breve durata: fu licenziato due anni dopo per “scarso rendimento”.

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La carriera finanziaria

Epstein riuscì a stabilire un legame importante con Alan Greenberg, CEO di Bear Stearns, genitore di uno dei suoi studenti. Colpito dall’intelligenze di Epstein e dalle capacità dello stesso con i numeri e i calco matematici, Greenberg gli diede un lavoro come assistente a Bear Stearns nel 1976. Nel 1981 Epstein lasciò Bear Stearns e fondò la sua società di consulenza finanziaria, Intercontinental Assets Group Inc (IAG).

Nel 1988 Epstein fondò J. Epstein & Company (che in seguito sarebbe stata ribattezzata Financial Trust Company), una società che si occupava di gestire i soldi dei milionari. In questo periodo divenne consulente finanziario del miliardario Leslie Wexner, l’amministratore delegato di L Brands e Victoria’s Secret. A partire dalla metà degli anni ’90, trasferì la sua compagnia nelle Isole Vergini americane per evitare di pagare le tasse. All’inizio degli anni 2000, cominciò a investire in hedge fund e startup. Nello stesso periodo ha creato la sua organizzazione no profit, la Jeffrey Epstein VI Foundation, donando milioni di dollari come l’Università di Harvard. Nel 1992, Epstein era il proprietario della più grande residenza privata a Manhattan. In seguito acquistò immobili a Parigi, Miami, New Mexico e l’intera isola di Little St. James nelle Isole Vergini americane. Tra le sue amicizie: Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates, Kevin Spacey, Woody Allen e il Principe Andrea.

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Le accuse e il patteggiamento

La vita di un uomo dalle mille sfaccettature, non vi era solo la finanza ma con la sua complice Ghislaine Maxwell, infatti, era al vertice di una vera e propria piramide della prostituzione e del traffico di minori. Nel 2005 i genitori di una ragazza di 14 anni dissero alle autorità di Palm Beach, in Florida, che Epstein aveva abusato sessualmente della figlia. Le indagini scoperchiarono un vaso di Pandora dal quale emersero dozzine di giovani donne e minori che sarebbero state presumibilmente abusate da Epstein, alla fine però venne accusato ‘solo’ di istigazione alla prostituzione e induzione alla prostituzione minorile.

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Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell

Nel 2007, l’indagine passò all’FBI e gli avvocati di Epstein riuscirono a patteggiare un accordo segreto con l’immunità del finanziere su tutti i reati federali. Avvenne con il sostituto procuratore Alexander Acosta. “È stato l’unico caso, nella mia carriera, nel quale non mi sono sentito in grado di proteggere le vittime” ha rivelato l’ex capo della polizia di Palm Beach nel documentario targato Netflix Epstein: soldi potere e perversione. “A Epstein – ha sottolineato l’avvocato delle vittime del finanziere, Jack Scarola – era stata concessa l’immunità contro tutte le accuse federali, sia per sé che per i suoi complici, conosciuti e non. Per me è inspiegabile come un pubblico ministero possa aver accettato un patteggiamento del genere. In 45 anni di pratica non ho mai visto nulla del genere”.

La pena detentiva scontata infine da Epstein fu di soli 13 mesi. In quel periodo, secondo quanto riferito, gli fu anche permesso di lasciare la prigione sei giorni alla settimana per lavorare fuori dal suo ufficio di Palm Beach. Epstein dichiarò in un’intervista al giornalista George Rush: “In realtà, la mia pena è stata più dura, più dura di chiunque altro accusato di istigazione alla prostituzione. Innanzitutto, non sono mai uscito di casa. Le ragazze che venivano a casa mia venivano per guadagnare soldi. A New York, tra l’altro, per la stessa accusa, la pena è una multa di 100 dollari. Ho avuto due capi d’accusa, uno era istigazione alla prostituzione. Niente a che fare con i minori. L’altra accusa legata a una minorenne era induzione della prostituzione minorile. Nessuna accusa si riferiva a rapporti sessuali effettivi”.

2018, nuove grane giudiziarie

Nel 2018, il detective Joseph Recarey spiegò che Epstein aveva messo in piedi uno schema piramidale sessuale in cui pagava ragazze minorenni al fine di ottenere massaggi e altre prestazioni sessuali. Brown e l’Herald identificarono circa 80 donne che sostenevano di essere state molestate o abusate sessualmente da Epstein ma il finanziere si giustificò spiegando che le ragazze erano tutte consenzienti e che avevano mentito sulla loro età.

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Il magnate venne poi perseguito dal distretto meridionale di New York, il quale sosteneva che gli abusi di Epstein nei confronti delle ragazze minorenni fossero avvenuti nelle sue abitazioni di Manhattan e in Florida Jeffrey Epstein fu accusato di abusi sessuali e di traffico internazionale di minori l’8 luglio 2018. Nell’accusa, i pubblici ministeri affermarono che il finanziere aveva molestato ragazze di appena 14 anni dal 2002 al 2005. Epstein si dichiarò non colpevole. Richard Berman, un giudice distrettuale americano, si oppose alla richiesta di cauzione avanzata dai suoi legali spiegando che Epstein rappresentava un pericolo per sé e per gli altri e quindi non doveva essere rilasciato.

La testimonianza di Virginia Giuffre

IlGiornale.it ha riportato la testimonianza di Virginia Giuffre, una delle più note accusatrici di Epstein e del Principe Andrea. “Indossavo la mia divisa bianca sexy – una minigonna bianca e una polo bianca attillata – e studiavo un libro di anatomia quando mi ha avvicinato questa sorprendente donna di circa 40 anni con un accento inglese molto corretto”, ha raccontato Virginia Giuffre in una intervista del 2015 al Daily Mail. È scattata così la trappola: la donna le chiede se vuole fare la massaggiatrice per un miliardario molto famoso: Epstein, appunto.

Epstein sesso potere e suicidi Virginia Giuffre

E la ragazza accettò. Virginia entrò nella villa di Palm Beach del miliardario e, subito, notò che la scala era arredata con diverse foto di giovani ragazze nude. Secondo quanto riferisce lo stesso Daily Mail, la ragazza sarebbe stata fotografata di nascosto mentre era nuda. Un’altra donna la portò nella camera di Epstein e poi nella stanza dei massaggi. Il miliardario era steso – completamente nudo – a pancia in su. Cominciò a farle delle domande: dove abitava e cosa faceva per vivere. Sembrava voler diventare suo amico. Virginia era debole, gli confessò di aver preso dell’ectsasy e lui rispose prontamente: “Quindi sei una cattiva ragazza nel corpo di una brava”.

Vennero fornite istruzioni precise a Virginia da parte della donna che iniziò poi a spogliarsi: “Si tolse la camicia e iniziò a strofinarsi il seno su Jeffrey e mi disse di togliermi i vestiti. Ha fatto sesso con me e la donna mi ha accarezzato. E io pensavo: ‘Questo è sbagliato. Questo non è un massaggio legittimo’”. Poi la donna diede 200 dollari a Virginia e le fece i complimenti, invitandola a tornare il giorno successivo. E così la giovane entrò non solo nella vita di Epstein ma in un vero e proprio girone degli orrori che si sarebbero verificati anche a bordo del suo Boeing 727, rinominato “Lolita Express” su cui salì – tra gli altri – anche l’ex presidente americano Bill Clinton.

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La morte: suicidio oppure omicidio?

La versione ufficiale dice che Epstein il 10 agosto 2019 si è suicidato presso il carcere Metropolitan Correctional Center di New York, impiccandosi. Il 24 luglio tentò di suicidarsi ma venne salvato quasi per miracolo. Alcune cose non tornano però in questa versione. La prima: il milionario avrebbe confidato alle guardie del carcere che qualcuno stava cercando di ucciderlo. A rivelarlo una fonte interna dell’istituto penitenziario che ha poi passato le informazioni al Daily Mail.

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Fonte che aveva incontrato il milionario caduto in disgrazia diverse volte durante la sua detenzione al Metropolitan Correctional Center, dichiarando che Epstein, normalmente riservato, sembrava invece essere di buonumore: “Non c’era alcun sospetto che facesse pensare ad un suo gesto così estremo – ha raccontato – da quello che ho visto, stava iniziando ad adattarsi alla prigione e non sembrava il tipo da volersi togliersi la vita”. Al milionario, tuttavia, era stata tolta la sorveglianza, scatenando la rabbia del procuratore generale William Barr: “La morte di Epstein solleva una serie di domande a cui bisogna dare risposta – spiegò Barr – Oltre alle indagini dell’Fbi ho consultato il ministro della giustizia, che ha deciso di aprire un’inchiesta sulle circostanze della sua morte”. Secondo un secondino della prigione, Epstein era tenuto in una sezione speciale ad alta sicurezza, ma non era sorvegliato dai funzionari della struttura.

Il patologo e il mistero delle telecamere

Un patologo forense, ingaggiato dal fratello del milionario successivamente, ha contestato la versione ufficiale dell’autopsia, sostenendo che vi sono prove che suggeriscono che Jeffrey Epstein non si sia suicidato ma che potrebbe essere stato strangolato. L’ufficio del medico legale di New York guidato da Barbara Simpson aveva concluso in agosto che Epstein si era impiccato nella sua cella in attesa del processo per le accuse di traffico sessuale di minori.

Il celebre patologo forense Michael Baden, intervistato da Fox & Friends, ha dichiarato che il milionario ha subito una serie di lesioni – tra cui un osso del collo rotto – che “sono estremamente insoliti nel suicidio per impiccagione e potrebbero verificarsi molto più comunemente nello strangolamento”. L’ex medico legale di New York ha anche aggiunto: “Le prove indicano un omicidio piuttosto che un suicidio”. Intervistato dal Miami Herald, Baden ha mosso delle critiche anche verso la scientifica e il modo in cui sono state raccolte le prove: “Hanno portato via troppo in fretta il corpo fuori dalla cella, e questo non si dovrebbe fare perché così hanno compromesso alcune prove”.

C’è inoltre il mistero delle telecamere. Il Washington Post poco dopo la morte di Epstein, aveva riferito che i filmati registrati da almeno una delle videocamere posizionate fuori dalla cella di Epstein erano del tutto “inutilizzabili” e che non fosse chiaro per quale motivo i filmati fossero così danneggiati o imperfetti da essere inutilizzabili dagli investigatori o cosa sia visibile in quelli non compromessi. Sempre secondo il Washington Post, sarebbero stati almeno otto i membri del personale dell’Ufficio federale delle carceri (Federal Bureau of Prisons) che hanno ignorato l’ordine di non lasciare il miliarda

Le isole degli orrori

All’inizio di quest’anno sono emerse nuove accuse contenute in un rapporto stilato dal procuratore generale delle Isole Vergini, Denise N. George, che ha allargato le dimensioni del traffico sessuale che aveva portato all’arresto di Epstein. Gli investigatori hanno trovato le prove di centinaia di abusi sessuali su ragazze minorenni, anche di 11 e 12 anni, i cui nomi erano stati inseriti in un database.

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Le violenze sulle giovanissime sarebbero avvenute tra il 2001 e il 2018 nelle due isole caraibiche di proprietà del finanziere, Little Saint James e Great Saint James. Pare che Epstein elargisse mance per mettere a tacere i suoi abusi. “Arrivava con il suo jet privato e insieme a lui c’erano sempre delle ragazzine, erano giovanissime, penso non avessero più di 16 anni. Poi prendeva l’elicottero per andare a Little St. James. Qui lo vedevamo circa due volte al mese”, aveva raccontato un dipendente dell’aeroporto di St. Thomas. Il finanziere, secondo l’accusa, avrebbe avuto anche un database per registrare tutte le disponibilità delle ragazzine.

Vi sarebbe addirittura la storia di una ragazzina, che sarebbe rimasta intrappolata sull’isola, costretta a subire abusi sessuali e che avrebbe tentato la fuga a nuoto. Gli uomini della sicurezza riuscirono pero’ a riprenderla e le confiscarono il passaporto per evitare che si allontanasse nuovamente.

L’amicizia con Bill Clinton

Tra gli amici di Jeffrey Epstein c’era sicuramente l’ex Presidente Usa Bill Clinton. Il finanziere prestava all’ex presidente il suo jet per viaggiare oltreoceano.

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Secondo Fox News, l’ex presidente dem viaggiò ripetutamente tra il 2001 e 2003 con Jeffrey Epstein e con altri passeggeri. ll jet porta il soprannome – Lolita Express – perché secondo quanto ricostruito era dotato di un letto dove gli ospiti del finanziere facevano sesso di gruppo, anche con ragazze molto giovani e minorenni. Tra coloro che viaggiavano regolarmente con Bill Clinton c’erano i soci di Epstein: Ghislaine Maxwell e l’assistente di Epstein, Sarah Kellen, entrambi indagati dall’Fbi e dalla polizia di Palm Beach per aver reclutato ragazze per il milionario e i suoi amici.

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L’’ex presidente democratico frequentò Epstein anche nella tristemente famosa “villa delle orge” situata sull’isola caraibica di Little St James, ubicata nell’arcipelago delle Isole Vergini americane e di proprietà del milionario.

La Repubblica ha riportato, che il Daily Telegraph, di recente ha pubblicato una foto di Bill Clinton, risalente al 2002, con Ghislaine proprio prima di imbarcarsi sul “Lolita Express” alla volta di Londra.

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La complice di Epstein, infatti, è stata invitata persino al riservatissimo matrimonio di Chelsea Clinton ed Epstein ha finanziato diverse iniziative filantropiche di Bill Clinton. Che ringraziava il magnate-pedofilo così: “Un filantropo impegnato, con conoscenza dei mercati globali e del XXI secolo, ho sempre apprezzato la sua generosità nell’ultimo viaggio in Africa per la democratizzazione dell’area, la lotta alla povertà e all’Aids”, disse nel 2002 tramite un portavoce.

Cacciato dal club di Trump

Come spiegato da Bloomberg, il finanziere era un membro del club di Donald Trump, a Palm Beach, Mar-a-Lago e The Donald volò sull’aereo di Epstein almeno una volta. “Conosco Jeff da quindici anni. Ragazzo fantastico” dichiarò Trump al New York magazine nel 2002. “È molto divertente stare con lui. Si dice anche che gli piacciono le belle donne tanto quanto me, e molte di loro sono più giovani”. Ad un certo punto pero’ Donald Trump pare sia venuto a conoscenza della condotta dell’amico e lo abbia cacciato dal club. Durante le elezioni del 2016, Trump dichiarò che Bill Clinton avrebbe avuto un forte legame con Epstein. Riferendosi a Clinton, il tycoon osservò: “Un bravo ragazzo ma avrà un sacco di problemi secondo me, con la famosa isola, con Jeffrey Epstein. Molti problemi”.

Il Principe Andrea

Tra i frequentatori di Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell c’era anche il Principe Andrea. Come riportato da IlGiornale.it, sono da poco emerse alcune vecchie foto riscoperte dal settimanale Chi che metterebbero in luce il rapporto tra il duca di York e la complice di Jeffrey Epstein. Correva l’anno 2000 e all’esclusivo party di Halloween organizzato da Heidi Klum, vengono immortalati il terzogenito della regina Elisabetta con la ricca ereditiera, figlia dell’editore Robert Maxwell. Il tema del party è “Prostitute e Protettori”.

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Il Principe è stato accusato da Virginia Giuffre di ripetuti abusi. “Non è stata una storia morbosa di sesso, è stata una storia di abusi, io sono stata oggetto di un traffico” d’esseri umani, denunciò alla fine dello scorso anno in un’intervista alla Bbc. Sono aumentate le pressioni sul principe Andrea da parte degli investigatori Usa che indagano sui presunti traffici sessuali e le violenze compiute dall’ex finanziere Jeffrey Epstein.

I presunti rapporti con i servizi segreti

Alla fine dello scorso anno Ari Ben-Menashe, una ex spia isrealiana e sospetta figura dietro a Robert Maxwell, il magnate inglese della stampa, ha rivelato agli autori del libro Epstein: Dead Men Tell No Tales che il finanziere conduceva una complessa operazione di intelligence per conto del Mossad. Secondo il libro ad introdurre Epstein nei circoli dell’intelligence israeliana fu Robert Maxwell. Da giovane il finanziere frequentava la casa di Maxwell, il discusso editore britannico proprietario di molti giornali, soprattutto perché interessato a sua figlia Ghislaine, con la quale ebbe una lunga relazione. È proprio nella casa di Londra di Ghislaine che secondo il racconto di Virginia Roberts il principe Andrea avrebbe abusato di lei quando aveva 17 anni. La stessa Ghislaine è sospettata di aver facilitato gli incontri con ragazze minorenni.

Secondo Ari-Ben-Menashe, Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell avrebbero procurato ragazze minorenni ai politici e ai potenti di tutto il mondo, cosi’ da poterli ricattare per conto dei servizi segreti israeliani. Bisogna pero’ sottolineare che le accuse di Ben-Menashe vanno prese con le pinze: l’accusa viene infatti da un enigmatico faccendiere e uomo d’affari israeliano di origine iraniana che sostiene di aver lavorato per il Mossad dal 1977 al 1987. Una figura misteriosa arrestata nel 1989 negli Stati Uniti con l’accusa di traffico di armi e scagionata nel 1990.

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