Conte al premier olandese Mark Rutte: “Ognuno ha il suo Salvini”

Oggi 19 luglio è in corso la terza giornata di summit al Consiglio europeo per stabilire il funzionamento del Recovery Fund e il piano pluriennale 2021-2027. Così Conte si rivolge al premier olandese Rutte e afferma: “Caro Mark capisco che tu abbia in testa solo le elezioni che a primavera ci saranno nel tuo Paese. E capisco pure che ognuno ha il suo Salvini”.

rutte e conte

Resta alta la tensione alla terza giornata di summit al Consiglio europeo, durante la quale si spera che vengano trovati accordi sul Recovery Fund e piano pluriennale 2021-2027. A frenare è ancora l’Olanda, che non abbandona le sue due richieste: la prima riguarda una riduzione della quota di sussidi a fondo perduto all’interno del pacchetto Next Generation Eu; la seconda riguarda invece l’esercizio del diritto di veto nei confronti dei piani nazionali presentati dai Paesi richiedenti gli aiuti Ue. Per fronteggiare il braccio di ferro, come sottolineato dal Corriere, l’Italia potrebbe intraprendere due vie. Una via le consentirebbe di adottare il cosiddetto opting out, un accordo a 26 capace di escludere l’Olanda. Un’ipotesi, tra l’altro, prospettata anche dall’ex premier Enrico Letta. Si tratterebbe di una soluzione tanto facile quanto radicale, e rappresenterebbe una prima indelebile rottura tra Olanda e Unione europea. Per questo motivo, l’idea resta sullo sfondo. E’ invece più quotata la seconda ipotesi: un ricorso alla Corte di giustizia europea. A quel punto il Governo italiano potrebbe dover dimostrare di fronte alla Corte di giustizia europea l’incompatibilità tra la posizione olandese e i trattati europei. La proposta dell’Olanda, infatti, rimetterebbe il diritto di veto nelle mani del singolo Stato, il che estrometterebbe Commissione e Parlamento dal loro classico potere decisionale.

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“Caro Mark, capisco che tu abbia in testa solo le elezioni”

conte ue

Intanto, oltre a prospettarsi l’ipotesi di una via giudiziaria, i toni si fanno sempre più accesi. Così il premier Conte ha commentato il suo rapporto con l’olandese Rutte: “Con Rutte ho un buon rapporto personale ma lo scontro è durissimo anche se non si è mai permesso di chiedermi questa o quella riforma”. Un’affermazione che, per quanto dura, addirittura stempera parole ancor più forti rivolte poco prima al presidente olandese: “Caro Mark, capisco che tu abbia in testa solo le elezioni che a primavera ci saranno nel tuo Paese. E capisco pure che ognuno ha il suo Salvini”. Il riferimento di Conte va alle elezioni di marzo in Olanda, durante le quali la rielezione del presidente Rutte sarà tutt’altro che scontata. Anche il premier olandese, rappresentante del partito popolare, dovrà fronteggiare “il suo Salvini”, il populista Geert Wilders, fondatore del partito per le libertà. Lo stesso Wilders che in un tweet ha già attaccato Rutte, affermando: se non riuscirà ad ottenere il diritto di vero, “è meglio che resti a Bruxelles”. Insomma, l’Italia e altri Paesi dell’Unione sarebbero pronti a tutto per evitare l’unanimità voluta dall’Olanda, e per difendere la “maggioranza qualificata”; dall’altro lato la linea olandese si farebbe sempre più irremovibile anche a causa di pressioni interne al Paese stesso.

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Sulla distribuzione tra sovvenzioni e prestiti, l’Italia invece sembra più cedevole, lasciando intendere che potrebbe accettare una riduzione dei sussidi a fondo perduto da 500 miliardi a 420. Dall’altro lato, i prestiti potrebbero salire da 250 a 350 miliardi. La somma totale del pacchetto Next Generation Eu rimarrebbe cristallizzata sui 750 miliardi di euro, quindi. A cambiare sarebbe l’equilibrio tra prestiti e aiuti a fondo perduto, aumentando il peso del primo piatto della bilancia, e assecondando le intenzioni dei Paesi frugali. Intanto Conte ha ribadito: “Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei paesi – compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia – che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi paesi, detti frugali”.

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A incalzare per il raggiungimento di un accordo anche il presidente francese Emmanuel Macron, che però fa il punto: “Dobbiamo trovare un buon compromesso nelle prossime ore, e penso che sia ancora possibile. Ma questi compromessi, lo dirò chiaramente, non saranno raggiunti a prezzo dell’ambizione europea. Non per il principio, ma poiché stiamo affrontando una crisi unica sanitaria, economica e sociale. I nostri paesi ne hanno bisogno e l’unità europea ne ha bisogno”. Poi il presidente ribadisce il massimo impegno per portare avanti la battaglia: “Oggi ci sono diversi argomenti davanti a noi da finalizzare il primo è lo stato di diritto che è al centro della condizionalità di questo bilancio (…). C’e’ un secondo punto il fondo di recupero e la sua attuazione. Lo sappiamo, sono emerse richieste per avere un maggiore controllo e sono state avanzate proposte all’unanimità e dobbiamo finalizzare la discussione. E infine l’emissione dell’importo del Recovery. Abbiamo differenze anche qui. Ecco i principali argomenti che ci attendono su cui dobbiamo trovare un compromesso, che è possibile ma non a prezzo dell’ambizione europea”.

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