Scuola, i laureandi potranno insegnare all’infanzia e alle elementari

La ministra Azzolina ha presentato un’ordinanza sulla riforma delle graduatorie per l’accesso all’insegnamento a scuola. Secondo il provvedimento, gli studenti dal terzo anno di Scienze della formazione primaria sarebbero automaticamente abilitati a fare supplenze, e questo già da settembre. Contrario il Consiglio superiore dell’Istruzione, che commenta: “Un altro danno alla didattica”.

Azzolina

Con le nuove norme Covid e le grande sacche di precariato venutesi a formare nel corso degli anni, l’inizio delle lezioni a settembre potrebbe prospettarsi disastroso. Per questo, per evitare un tracollo dell’intero sistema-scuola, la ministra Azzolina cerca di schierare un’ulteriore carta per affrontare la crisi: un’ordinanza sulla riforma delle graduatorie che permetterebbe di abilitare all’insegnamento anche gli studenti al terzo anni di Scienze della formazione primaria. Dunque, ancor prima della laurea. E’ quanto si vuole introdurre con le nuove Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps), varate con ordinanza lo scorso 13 luglio: secondo l’ordinanza potrebbero insegnare da subito gli studenti ancora iscritti al terzo, quarto o quinto anno di università. Di fronte all’idea della ministra, il Consiglio superiore dell’istruzione ha subito manifestato il suo dissenso: “Così si danneggia la didattica degli alunni più piccoli”. Per questo dal Consiglio è arrivata la richiesta di circoscrivere il provvedimento solo agli studenti iscritti al quinto anno. Così, arrivano le prime frenate sul provvedimento messo in campo per far fronte alla crisi che rischia di far inginocchiare la scuola italiana dal 14 settembre. Per evitarlo, e per evitare di ricorrere ancora alle Mad, si pensa allora agli “studenti supplenti”.

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Così la ministra Azzolina ha spiegato: “Ci rivolgiamo a studenti in possesso delle competenze derivanti dallo svolgimento del tirocinio“. In questo modo il ministero sembra perseguire la scia già tracciata dal ministro Marco Bussetti nel novembre 2018, quando in Legge di bilancio vennero eliminati i percorsi di abilitazione, facendo valere la laurea stessa. A favore dell’ordinanza è, invece, il coordinamento Scienze della formazione primaria, stando alle parole della presidente Eugenia Anastasia Maccarone: “In un recente passato si poteva insegnare con un diploma quadriennale, non capiamo perché ora non dovrebbero fare supplenze studenti che hanno superato un test selettivo all’università, hanno almeno tre anni di formazione pedagogica, didattica, accademica, hanno fatto un’esperienza con il Tirocinio formativo attivo e presto si laureeranno. Non siamo ragazzi inesperti, molti di noi hanno già una laurea, hanno figli e si sono rimessi a studiare per intraprendere l’unico percorso abilitante oggi consentito per l’insegnamento, Scienze della formazione primaria appunto”. Il rifiuto di questa modalità apparirebbe pretestuoso, come sostiene Eugenia Maccarone, anche in virtù del fatto che il sistema che consentirebbe un’alternativa è rappresentato dalle Mad, le cui fragilità sono già evidenti: “Con il sistema delle ‘Messe a disposizione’, dove si viene chiamati dopo aver presentato una semplice domanda nelle segreterie delle scuole, in classe si era visto di tutto: architetti, geometri, ragionieri, studenti di qualsiasi corso. Improvvisamente si scoprivano docenti d’infanzia, è questo che ha creato danni alla didattica e agli alunni. Con l’apertura agli universitari di Scienze della formazione finalmente si regolamenterà un sistema che, di fatto, esiste in molte regioni”.

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