Conte teme per il governo e avvisa i partner: “Così salta la Ue”

Conte è sfinito dalle trattative. È preoccupato e vorrebbe evitare altri rinvii. Sa che a Roma aspettano solo questo per metterlo in discussione.

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Giuseppe Conte è provato, si sta dirigendo verso la cena del Consiglio. A Bruxelles è già buio. Prova a scherzare con lo staff “Va bene così, tanto inizio a carburare attorno alle due di notte…” ma è evidente la sua preoccupazione. Il premier preferisce però continuare nei negoziati piuttosto che rimandare. “Non posso tornare a casa senza un’intesa a Roma non aspettano altro per mettermi in discussione”.

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Conte stremato, Rutte: “No, non ci stiamo”

L’Italia non ha tempo, è questo il problema. Ed è cosa nota. La trattativa sembra non portare mai ad una soluzione Mark Rutte ha appena ripetuto per la centesima volta: “No, non ci stiamo”. Conte stremato, potrebbe scegliere di buttare tutto all’aria, mostrando le unghie del governo italiano, o rimanere seduto e cedere poco alla volta, per tentare di portare a casa “una montagna di soldi”, anche se a condizioni sgradite. Decide per quest’ultima.

Se tutto dovesse andare a rotoli?

Se il vertice dovesse fallire, sarebbe come il tassello del gioco del domino: scatenerebbe tutta una serie di crolli. Primo di tutto i mercati, che cosa accadrebbe lunedì mattina? Secondo: la politica interna, con Matteo Salvini che batte colpo su colpo tramite social, chiedendo addirittura le sue dimissioni. Un problema per chi ha puntato tutto sui 750 miliardi del Recovery. Con la problematica inoltre della campagna elettorale in Olanda che porta Rutte a coprirsi a destra con Wilders, il leader che promette l’uscita dall’Unione. Circostanza sfortunata, come sa il ministro Enzo Amendola, giorno e notte al fianco del leader assieme al consigliere diplomatico Piero Benassi.

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Due ‘boxeur’ alle prese con altri che picchiano sotto la cintura. La costanza di Rutte nel negoziare è “spaventosa”, si è confidato Conte. E sa benissimo che l’olandese in fondo si copre dietro Angela Merkel.  Per portarla a sconfessare del tutto il primo ministro dell’Aja non è servito neanche il regalo di Ferragamo consegnato dall’avvocato per il sessantaseiesimo compleanno della Cancelliera, prima di un drink alle due di notte di venerdì nella hall del The Hotel.

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“L’Europa salta, non è possibile giocare con il fuoco”

Rimanere al tavolo comunque è fondamentale. Lo ha dichiarato anche Paolo Gentiloni in un tweet mattutino, che allude al sole finalmente splendente su Bruxelles. Ed è quello che ha fatto l’avvocato, che insieme a Sanchez ha spiegato a von der Leyen e Michel «l’Europa salta, stavolta, non è possibile giocare con il fuoco», che per Roma e Madrid si potrebbe chiudere anche a 26 senza il consenso olandese “Scendere sotto i 750 miliardi – ha urlato con Rutte – significa dire al mondo che l’Europa ha scherzato, che non vogliamo una risposta coraggiosa”.

Una questione di tempo

A dare dei pensieri al premier, anche le problematiche di politica interna. Quello slogan, oltre che quei soldi, sono la pre – condizione per salvaguardare la prossima mossa: l’attivazione del Mes. Se una cosa conferma infatti il summit, è che prima del 2021 l’Italia potrà contare su tre soli miliardi. Con ogni probabilità dovrà ricorrere ai 37 miliardi del fondo Salva Stati per riorganizzare la sanità mentre la pandemia torna a far paura, liberando in bilancio altre risorse. “Da domani – è la linea trasmessa da Roberto Gualtieri al resto dell’esecutivo, mentre a Bruxelles si tratta – valuteremo se e come usare il fondo“. Ha detto “se”, ma il suo pensiero è andato soprattutto al “quando”.

A questo punto, il problema di Conte è proprio il “quando”. Una parte del movimento per allontanare il rischio spinge a settembre. Nei prossimi giorni il premier considererà se agganciare a sorpresa la richiesta di attivazione alla conclusione del negoziato del Consiglio: “Potrebbe convenire procedere subito dopo aver ottenuto il Recovery”, questa è la valutazione fatta in queste ore tra Palazzo Chigi e il Nazareno. Prima però è necessario un accordo che non sia troppo doloroso.

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