Coronavirus, in Francia incalzano i contagi: oltre 1.300 in 24 ore

Peggiora la situazione coronavirus in Francia, che registra oltre 1.300 casi di contagio in 24 ore. Sono circa 15 i nuovi focolai posti sotto osservazione che, sommandosi ai precedenti, fanno salire il totale a 157. Preoccupano anche Germania e Spagna. 

Aumento dei casi di Covid in Francia - Meteoweek.com

Aumentano i casi di coronavirus in Francia, provocando una nuova improvvisa impennata di casi. Per il terzo giorno consecutivo, infatti, la Francia ha registrato oltre 1.300 nuovi casi di contagio in 24 ore. La stampa francese avrebbe anche etichettato questo nuovo aumento con l’espressione “effetto vacanze“. Aumentano anche i focolai: 15 nuovi cluster sono stati individuati nelle ultime 24 ore. In tal modo il totale dei focolai sotto osservazione sale a 157, stando a quanto riportato dal Guardian. A commentare l’incremento di casi sono anche le autorità sanitarie, che sembrano puntare il dito su due fenomeni: i ricongiungimenti famigliari in occasione delle vacanze e la presenza di assembramenti “pubblici o privati”. Intanto peggiora notevolmente anche il versante economico, dove gli effetti della pandemia da coronavirus sono stati particolarmente violenti.

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Stando alle stime preliminari diffuse dall’Insee, infatti, nel secondo trimestre dell’anno il Pil francese sarebbe crollato del 13,8%. Una perdita inedita per il Paese, addirittura mai registrata a questi livelli da quando l’Istituto nazionale Insee ha iniziato ad operare. Un crollo del Pil che arriva proprio in concomitanza con l’ufficializzazione della recessione tecnica degli Usa. Eppure, nonostante la disfatta economica, il crollo del Pil sarebbe addirittura inferiore alle previsioni degli analisti, che credevano sarebbe stato del 15,3%. La flessione in negativo potrebbe anche esser legata alla drastica riduzione dei consumi delle famiglie, diminuiti dell’11%, degli investimenti (con un -17,8%) e delle esportazioni, diminuite del 25,5%.

Cosa accade in Europa: preoccupano anche Spagna e Germania

spagna coronavirus

Nel frattempo preoccupa anche la Spagna alle prese con una nuova ondata. Sotto osservazione anche la Germania, mentre il Regno Unito opta per l’imposizione della quarantena agli arrivi dalle zone ad alto rischio. Francia e Germania, infatti, starebbero già correndo ai ripari attraverso maggiori strette sull’utilizzo delle mascherine, anche negli spazi pubblici. E in Italia? Il ministro della Salute Roberto Speranza invita a guardare a ciò che sta accadendo all’estero per mantenere la guardia alta: “I dati internazionali del Covid  sono ancora preoccupanti. Gli ultimi segnali da Francia, Spagna e Germania ci dicono ancora una volta che la battaglia non è vinta, neanche in Europa. Per questo dobbiamo insistere con la forza della prudenza”.

Per quanto riguarda la Spagna, più nello specifico, sono stati ben 1.153 i nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore. Un numero non da poco: sarebbe il più alto dal 2 maggio. Al centro dei focolai, Aragona, Catalogna e Madrid. E non viene risparmiato neanche il mondo dello sport. Ieri il Siviglia ha annunciato di avere un positivo in squadra, Nemanja Gudelj, che ha poi annunciato: “Confermo di essere positivo al Covid-19 e volevo informarvi che sto benissimo, non ho alcun sintomo. Spero di tornare presto con i miei compagni di squadra e di essere in grado di aiutare il club a raggiungere l’obiettivo in questo finale di stagione”.

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Sul fronte della Germania, invece, la situazione sembra leggermente migliore, ma comunque non ottimale. In territorio tedesco, infatti, sale sempre più la paura: in un solo giorno la Germania ha registrato 955 nuovi infetti, con un indice R0 salito a 1,2, una soglia che il Paese ritiene preoccupante. Eppure, resta una forma di ottimismo, o almeno la speranza di poter agire in tempo: ad aprile erano 6.000 al giorno i casi di coronavirus. Tenendo sotto controllo la situazione già dai 700 casi giornalieri si spera di evitare misure troppo drastiche.

“I giovani non sono invincibili”

oms coronavirus movida

Ora l’Oms cerca di comprendere cosa sia andato storto, e una prima motivazione potrebbe essere legata alla movida e alla rinnovata spinta aggregativa, soprattutto tra i giovani. Come sottolineato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, infatti: “Le prove suggeriscono che i picchi di casi di Covid-19 in alcuni Paesi sono, in parte, guidati da giovani che hanno abbassato la guardia durante l’estate nell’emisfero settentrionale”.

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E poi ancora: “L’abbiamo detto prima e lo diremo di nuovo: i giovani non sono invincibili. I giovani possono essere infettati; i giovani possono morire; e i giovani possono trasmettere il virus agli altri”. Proprio per questo “devono prendere le stesse precauzioni per proteggere se stessi e gli altri di tutti gli altri. Possono essere leader e guidare il cambiamento”. Poi l’ultimo appello lanciato in conferenza stampa a Ginevra: “La pandemia non significa che la vita debba finire.Dobbiamo tutti imparare a convivere con il virus e adottare le misure necessarie per vivere le nostre vite, proteggendo al contempo noi stessi e gli altri, in particolare quelli a più alto rischio di Covid-19. Come sapete, uno di questi gruppi è rappresentato dagli anziani, in particolare quelli che vivono in strutture di assistenza a lungo termine”.

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