Jesolo, una crisi inaspettata: manca il personale negli alberghi

Da Jesolo arriva l’allarme: la stagione è compromessa anche a causa di mancanza di personale negli hotel. A sottolineare la criticità è il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio, che afferma: “Siamo nel momento clou di una stagione già di per sé molto complicata e si è aggiunto un problema gravoso: la difficoltà a reperire personale”.

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(Foto di Vincenzo Pinto, da Getty Images)

L’Italia inizia a fare i conti con i danni inferti al turismo dall’emergenza coronavirus al turismo, danni che, si calcola, ammonterebbero a circa 8 milioni di viaggiatori stranieri in meno rispetto all’anno scorso nel mese di agosto. In base a quanto emerso da un’analisi Coldiretti su dati Bankitalia: “Gli effetti della mancanza degli stranieri si faranno sentire anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio”. Ma se da un lato mancano i turisti, dall’altro in alcuni casi iniziano a venir meno anche i lavoratori stagionali, anche dove invece sarebbero necessari.

E’ quanto accade a Jesolo, e a lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio, che commenta: “Molti colleghi, ma il problema riguarda anche le attività di ristorazione, stanno continuando a segnalare alla nostra segreteria, ma anche a me personalmente, la difficoltà a reperire personale: si tratta di figure professionali tra le più disparate, per un totale che si assesta attorno al 30%. Già nel mese di luglio, quando il lavoro richiedeva l’assunzione di altre persone, avevamo ottenuto una risposta non particolarmente confortante da parte di varie figure professionali; in questo momento la situazione si è aggravata”. Secondo Alberto Maschio, la principale causa della carenza di personale sarebbe da rintracciare nelle misure assistenziali elargite pre, durante e post coronavirus.

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(Foto di Vincenzo Pinto, da Getty Images)

“Vien da pensare che a molti conviene stare a casa, anziché cercare occupazione e questo è preoccupante, anche in prospettiva futura”, insiste il presidente dell’associazione. Alberto Maschio di certo non nasconde le proprie teorie, affermando esplicitamente: “Il problema è imputabile in parte a una sorta di cultura dell’assistenzialismo che si sta creando: stiamo pagando potenziali lavoratori per starsene a casa. Più di qualcuno, al termine del colloquio, ci ha risposto che preferisce non venire a lavorare, perché comunque percepisce, ad esempio, il reddito di cittadinanza. Anche per evitare questa situazione e creare comunque posti di lavoro, oltre che aiutare le aziende, fin da subito avevamo proposto la decontribuzione dei rapporti di lavoro stagionali. Il concetto era semplice: visto che lo Stato comunque garantiva un sostegno alle persone, proponevamo che questo importo si tramutasse in abbattimento del costo del lavoro”. Una manovra di questo tipo, ribadisce il presidente dell’associazione, avrebbe consentito maggiore respiro alle aziende e anche di garantire il personale necessario per affrontare la stagione. Secondo Maschio un provvedimento di questo tipo sarebbe andato anche a vantaggio del lavoratore, che “avrebbe avuto un compenso più alto, rispetto, ad esempio, ai vari bonus ricevuti fino ad ora, la garanzia di un posto di lavoro, creando così economia”.

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Poi un po’ di rammarico per come è andata: “Purtroppo non ci hanno voluto ascoltare e queste sono le conseguenze. Ricordiamoci sempre che molte imprese hanno aperto, nonostante le incognite, per un senso di responsabilità sociale, cui non sono mai venute meno, contrariamente alle istituzioni. Il primo, vero, ammortizzatore sociale sono sempre state le piccole e medie imprese”. Poi Maschio passa ad analizzare, secondo il suo punto di vista, la bontà del decreto agosto, che “prevede l’esonero dei contributi per le assunzioni a tempo determinato per turismo e terme”. Secondo il presidente dell’associazione si tratterebbe di un provvedimento ormai tardivo, visto che dispiegherebbe i suoi effetti non prima di settembre, a stagione ormai conclusa. Così Maschio sottolinea: “E’ da capire se il decreto sarà o meno retroattivo; nel caso non lo fosse, sarebbe per il nostro comparto del tutto inutile, rasentando la beffa inaccettabile. Con un pizzico di malizia verrebbe da pensare che sia stato fatto volutamente per evitare un sostegno a tutte le imprese che hanno assunto migliaia di lavoratori per la stagione estiva”.

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