Scuola, pediatri: rischiamo di chiedere il tampone per tutti

Rinaldo Missaglia, segretario del SIMPEF, ha lamentato le sue preoccupazioni circa le norme per il rientro a scuola a settembre. Norme contraddittorie e assenza di strumenti per fare diagnosi certa.

È stato Rinaldo Missaglia, segretario del Sindacato Nazionale Medici Pediatri di Famiglia (SIMPEF) a commentare all’ANSA, in maniera negativa, quanto previsto secondo le norme per il rientro a scuola a settembre.  “C’è molta preoccupazione, perché le norme sanitarie e medico-legali sono contraddittorie. A tal fine abbiamo chiesto un chiarimento al Ministero della Salute”: precisa il segretario del SIMPEF. Secondo Missaglia, infatti, le norme messe a punto per prevenire l’aumento dei contagi nelle scuole sarebbero confuse e contraddittorie e di fatto obbligherebbero i pediatri a isolare tutti non appena di presentino i primi sintomi compatibili con il Covid-19, chiedendo un tampone per tutti. Dunque, una situazione che potrebbe essere più gestibile se gli venissero dati degli strumenti diagnostici. Strumenti che al momento non sono previsti.

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Pediatri: rischiamo di chiedere il tampone per tutti

Missaglia vede emergere fra le norme una prima  contraddizione per quanto riguarda il limite dei 3 giorni di malattia. “Se l’assenza non supera i tre giorni di malattia è il genitore che può far riammettere il bambino, facendo una sorta di autocertificazione in cui dichiara di non aver avuto contatti con altri. Superati i tre giorni, invece, siamo noi pediatri a dover certificare la riammissione e che nei tre giorni passati non c’è stata malattia. Tutto questo senza poter visitare di persona il bambino, ma solo sentendo per telefono i genitori. Di fatto, dovremmo certificare l’assenza di malattia e di sintomi, autorizzare la riammissione a scuola senza alcuno strumento diagnostico per poterlo fare. In questo modo saremo costretti a richiedere all’Ats il tampone e disporre l’isolamento per tutti”: prosegue Missaglia. “Sarebbe invece opportuno che ci venissero dati degli strumenti per la diagnosi, come i test salivari che si stanno usando ora negli aeroporti. Quando saranno più diffuse febbre e influenza da ottobre in poi, un test del genere ci permetterebbe di fare uno screening importante”: conclude così il segretario.

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