Bologna, litigano e rovesciano cassonetti durante un concerto in piazza Verdi

In Piazza Verdi, a Bologna, è scoppiato il caos: un concerto serale è stato interrotto da un episodio di violenza, poi fermato dalle forze dell’ordine. Le lamentele dei residenti della zona: “Succede una sera no e due sì, in questa zona ci vorrebbe un presidio fisso delle forze dell’ordine”.

polizia - meteoweek.com

Ieri sera in Piazza Verdi un’interruzione ha portato alla momentanea sospensione di un concerto: due individui hanno iniziato a litigare in maniera sempre più violenta, una tensione scaturita da un insulto. Poi l’utilizzo della violenza bruta, e il lancio di sedie di un bar. La lite prosegue e incalza, fino al momento in cui uno dei due inizia a rovesciare i cassonetti, infrangendo le bottiglie di vetro a terra. A quel punto, davanti agli occhi degli spettatori, l’intervento della volante, che ha bloccato i due e permesso al concerto di proseguire. Alcuni presenti commentano: “Succede una sera no e due sì, in questa zona ci vorrebbe un presidio fisso delle forze dell’ordine”, come riportato da Bologna Today.

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La vicenda ricorda quanto avvenuto circa dieci giorni fa verso le 23, quando è scattata una rissa in via Marzabotto. Anche in quel caso, i carabinieri del nucleo radiomobile si sono recati sul posto, individuando tre uomini: due moldavi e un rumeno, tra i 31 e 34 anni, residenti a Bologna. L’ipotesi, però, è che a partecipare alla rissa ci fossero almeno altre due persone, che sono riuscite a sottrarsi all’attenzione delle forze dell’ordine prima del loro arrivo. Tutti e tre sono stati curati, con prognosi fra i 3 e 10 giorni, e denunciati per rissa. Intanto il sindaco uscente Virginio Merola, in carica dal 2011, in un’intervista al Resto del Carlino propone la sua idea di futuro per la città, con la speranza che sia accolta dal futuro sindaco. Per quanto riguarda il turismo, Merola afferma: “Servono incentivi, bisogna sapersi reinterpretare. E poi sul tema del turismo spero che il nuovo sindaco capisca che la politica giusta è quella di un turismo lento, consapevole, incentrato sull’area metropolitana, sui piccoli comuni, sull’Appennino. Il coronavirus c’è ancora e, anche se ho preso provvedimenti rudi come la chiusura di piazza San Francesco, non tornerei indietro. Mascherine, distanziamento sociale e lavaggio sociale sono dei mantra da non dimenticare. Servono linee guida chiare, non liti tra Regioni e Governo. Serve tutto questo e serve cuore e intelligenza: c’è da fondare una nuova città”.

 
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