Sgarbi sindaco di Sutri: multe a chi indossa la mascherina senza necessità

Arriva una nuova ordinanza in controtendenza a Sutri, nel viterbese: il critico e primo cittadino Vittorio Sgarbi ha imposto una multa a chi indossa la mascherina senza una necessità evidente, ovvero al di fuori dell’obbligo governativo.

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Vittorio Sgarbi – MeteoWeek.com (Foto di Roberto Serra, da Getty Images)

Vittorio Sgarbi ancora in controtendenza. Questa volta riconferma le proprie posizioni, già espresse in quello che è stato soprannominato “il convegno dei negazionisti Covid”, anche in qualità di sindaco di Sutri, nel viterbese. Il critico avrebbe emesso, infatti, un’ordinanza che multa chiunque utilizzasse la mascherina senza necessità. In una nota diffusa dal primo cittadino, Sgarbi avrebbe commentato l’ordinanza: “Solo ladri e terroristi si mascherano il volto. In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è proibito l’uso della mascherina nella Città di Sutri all’aperto per evidenti ragioni di salute e al chiuso, salvo che in caso di assembramento, dalle ore 18.00 alle 6.00 del mattino, come specificamente indicato dal Dpcm del 16 agosto 2020 che tutela dal rischio discoteche e non dalla convivialità, che impone di stare a tavola e mangiare senza mascherina”.


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Poi ancora: “In tutti gli altri casi, chi sarà visto portare la mascherina sarà multato in ordine alla legge 533/1977 in materia di Ordine Pubblico che all’articolo 2 prevede che non ci si possa mascherare in volto: ‘È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino…’. Tale norma, anche con riferimento alle mascherine, è potenziata con il Decreto Legge 155/2005″. Poi Sgarbi avrebbe commentato il provvedimento anche attraverso un’osservazione personale, al di là dello snocciolamento di leggi che gli consentirebbero l’applicazione di un’ordinanza di questo tipo: “D’altra parte l’uso della mascherina in luoghi pubblici, salvo che per il personale dipendente, appare in evidente contrasto con il tempo dedicato alla nutrizione che prevede di assumere il cibo senza mascherina. Appare quindi contraddittorio che dopo aver mangiato senza mascherina ci si alzi da tavola mettendosela. Si tratta di forme ridicole di ostentazione che nulla hanno a che fare con le esigenze sanitarie”.

La petizione anti-Sgarbi: 20mila firme per allontanarlo dal Mart

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Nel frattempo, circa due giorni fa, è scoppiata la polemica riguardante il ruolo di Vittorio Sgarbi all’interno del Mart, il museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Il critico farebbe parte del comitato scientifico della struttura in qualità di presidente, insieme alla consigliera Dalia Macii e al vicepresidente Silvio Cattani. Il suo ruolo, però, negli ultimi giorni è stato messo in discussione da una petizione proposta da cittadini trentini, che avrebbe raccolto già 20mila firme, per estromettere Vittorio Sgarbi dal suo ruolo. L’iniziativa sarebbe stata presa a causa proprio delle posizioni del critico sull’entità della pandemia, posizioni poi esplicitate da Sgarbi stesso: più volte si è detto contrario alle misure anti-Covid, fino a rifiutarsi di indossare la mascherina alla Camera.


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Da lì la petizione, che mercoledì è stata giudicata ammissibile dall’Ufficio di presidenza del Consiglio provinciale di Trento. A lanciare l’iniziativa, una petizione lanciata su Change.org da Roberto Rinaldi, che ha spiegato: “Chiediamo sia rispettato il ruolo di presidente del MART di Rovereto il quale, fra i molti ruoli, ha anche la responsabilità di tutelare l’istituzione museale e il suo ruolo sociale-culturale dimostrando un comportamento degno, corretto, ed etico del prestigioso incarico ricoperto”. Poi ancora: “Non è una presa di posizione politica e non trattiamo la gestione del museo. Il nodo sono le dichiarazioni contro le precauzioni e la salute pubblica nella fase più acuta dell’emergenza coronavirus“.

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