Tamponi e sierologici: fino a che punto servono per capire se sei stato contagiato

Non sempre i test sono stati effettuati correttamente: ecco perché ci sono stati molteplici casi di fasi positivi o negativi. Molte volte anche il tampone rino-faringeo presenta grossi limiti. Come è possibile allora stare sicuri? 

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Per scoprire la positività o meno al coronavirus, bisogna anche chiedersi quale tipo di sostegno potrebbero davvero apportare  i test sierologici, i quali non individuano la presenza del virus ma soltanto gli anticorpi. Per confermare la positività al Covid-19 occorrono analisi specifiche in laboratorio e non solo. Il tampone è l’esame che ad oggi sembra il più attendibile: prevede il prelievo di un campione di mucosa della faringe da dover poi analizzare in laboratorio. In caso di sintomatologica ma risultato negativo del test è raccomandata l’esecuzione di una seconda prova, su prelievo biologico, mediante una broncoscopia. E’ importante capire il motivo della falsa negatività durante il tampone: potrebbero esserci state delle difficoltà durante il prelievo col bastoncino-cotton-fioc oppure è probabile che il virus non si trovi più nelle vie aeree superiori ma sia invece rintracciabile in quelle inferiori (trachea-bronchi). Il risultato ottimale, in ogni caso, dipende da chi fa il tampone: da come procede il profondità, dal paziente che ha lavato bene la bocca e da dove sosta il virus in quell’esatto momento. Il tampone naso-gola ha due probabilità di errore che potrebbero essere commesse con facilità: il primo che dipende dal sanitario che lo esegue, il secondo da chi giudica il campione in laboratorio. Se il tampone fosse ben fatto, diminuirebbe di molto la possibilità di una diganosi negativa ad un contagio da Covid-19.


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Covid-19: il tampone è tutt’altro che infallibile

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Se fossimo stati asintomatici e non ci fosse stato fatto il tampone, potrebbe non rimanere traccia dell’infezione. Mentre un test sierologico, fatto nei giusti tempi rispetto all’infezione, può rivelare gli anticorpi specifici contro il virus. Il tampone quindi è tutt’altro che infallibile: sarebbe il caso di incrementare l’affidabilità diagnostica  di questa analisi, che è al momento del 60%. E’ un sistema che va integrato con la clinica. Anche gli esam del siero un po’ più credibili sono quelli quantitativi e avvengono mediante un prelievo venoso. Al contrario, i test svolti su un polpastrello del dito, non sono molto attendibili. Inoltre, un altro problema dei test qualitativi è la soggettività nel rilievo della positività al virus. La lettura delle bande per le IgG o le IgM è soggettiva, perché spesso le bande sono di lieve entità. Ad ogni modo, il test assume un ruolo importante quando le indagini vengono effettuate su larga scala e per alti numeri, in modo da fare valutazioni di carattere generale. In più diventa di supporto per scoprire l’entità della diffusione del coronavirus in ambiti circoscritti di popolazione, facilmente esposti all’infezione, come i medici e altri lavoratori della sanità.

 

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